Quattro miliardi di anni fa. Il nostro Sistema Solare aveva praticamente appena iniziato a esistere, quando un planetoide vagante, di dimensioni paragonabili a quelle di Marte, impattò improvvisamente la proto-Terra. Una collisione titanica che scagliò in orbita rocce, metalli e altri materiali dai quali, con il tempo, si sarebbe sviluppato un piccolo satellite: la Luna. È così che negli ultimi venti anni abbiamo spiegato la nascita del nostro satellite, ma un giovane scienziato è convinto che le cose siano andate in modo molto diverso. Il suo nome è Simon Lock, ricercatore fresco di laurea del dipartimento di scienze planetarie di Harvard che sulle pagine della rivista Journal of Geophysical Research: Planets ha appena proposto una nuova ipotesi, più semplice e secondo diversi esperti anche più convincente, per la formazione della Luna. Un’ipotesi che inizia, come quella tradizionale, da un immenso impatto tra corpi celesti, che in questo caso però avrebbe provocato la formazione di un ammasso di gas e rocce liquefatte a forma di ciambella ribattezzato “sinestia”, da cui avrebbero poi avuto origine sia la Terra che la Luna.
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