Categorie: Spazio

Cinquant’anni di Eso, l’osservatorio intercontinentale

All’inizio erano solo Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia. Poi, col tempo, si sono aggiunti anche la Danimarca, la Svizzera, l’Italia, il Portogallo, il Regno Unito, la Finlandia, la Spagna, la Repubblica Ceca, l’Austria e infine il Brasile, trasformando quella che fino ad allora era stata un’organizzazione astronomica europea, lo  European Southern Observatory (Eso), in un osservatorio intercontinentale. Che questa settimana spegne cinquanta candeline, festeggiate con un live webcast del Very Large Telescope con gli occhi puntati sulla Nebulosa Elmetto di Thor.

Era infatti il 5 ottobre 1962,  quando i cinque originari paesi membri decisero di unire le loro forze per la creazione di un osservatorio che aprisse loro lo sguardo a Sud. Per vedere tutti quegli oggetti celesti altrimenti sfuggevoli dall’emisfero nord, come la Nube di Magellano, e in un cielo ideale per le osservazioni astronomiche, come quello del deserto di Atacama.

Wired.com celebra il compleanno dell’Eso rilasciando alcune delle più belle immagini catturate dai suoi telescopi. Otto finora, tutti distribuiti sulle montagne e piane cilene: La Silla, Paranal e Chajnantor. A cui presto se ne aggiungerà un nono: l’European Extremely Large Telescope, il più grande telescopio ottico e del vicino infrarosso del mondo, con uno specchio principale di 39 metri circa. Occhi che sono fonti di un enorme produttività scientifica, circa 750 paper l’anno, su buchi neri, energia oscura, esopianeti e gamma ray burst.

Via: Wired.it

Credits immagine: Eso

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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