Categorie: Società

Come ti creo un’équipe

Il futuro della scienza è nel lavoro di squadra e nelle collaborazioni interdisciplinari. Un modus operandi a cui non tutti i ricercatori sono preparati. La pensa così un gruppo di sociologi statunitensi che, sulla rivista Science Transational Medicine, propone la creazione di una nuova disciplina: la “Science of team science” (SciTS), che in italiano potremmo tradurre con “Scienza della ricerca scientifica di gruppo”. Questa disciplina dovrebbe aiutare a comprendere e a migliorare le dinamiche sociali e le interazioni all’interno dei gruppi di ricerca, e studiare le strategie che portano al successo un gruppo di scienziati.

“Migliorare il lavoro di gruppo è importante, perché le iniziative coinvolgono in maniera crescente ricercatori in diverse discipline, da diverse istituzioni e, non di rado, da diversi paesi”, ha spiegato Joann Keyton, docente di Comunicazione presso la North Caroline State University e co-autrice dell’articolo. Ne sono esempi gli esperimenti presso il Large Hadron Collider (LHC), il grande acceleratore di particelle attivo al CERN di Ginevra: per realizzare questa colossale impresa scientifica è stato (ed è) necessario il lavoro di migliaia di ricercatori.

È inoltre vero che in diversi campi di ricerca, come la medicina e la biologia, la scienza assume sempre più i connotati della “Big Science”. In questo contesto, sostengono gli autori, possono emergere problemi di comunicazione che rallentano il raggiungimento dei risultati. Velocità e successo sono invece requisiti fondamentali per ottenere fondi sia privati sia pubblici. Ecco dunque il motivo d’essere di una Science of team science: “Mettere insieme un équipe di ricerca non basterà più”, ha concluso Keyton, “ perché chi finanzia vorrà essere rassicurato sul fatto che il gruppo possa funzionare al meglio”.

Riferimenti: Science Transational Medicine

Massimiliano Razzano

Dopo laurea e dottorato in Fisica, ha trascorso periodi di studio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente lavora presso l’Università di Pisa e l’INFN, dove svolge ricerca in astrofisica delle alte energie. Alla ricerca affianca da anni la divulgazione ed il giornalismo scientifico.  Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate fra cui Le Stelle, Le Scienze, Mente & Cervello, Nuovo Orione, Airone, e dal 2010 con Galileo.

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