Salute

Il futuro della contraccezione è la pillola mensile

Nonostante la varietà dei contraccettivi ormonali disponibili oggi, la pillola anticoncezionale rimane uno dei metodi più diffusi: solamente in Italia a farne uso, secondo le ultime stime dell’Istat disponibili, sono circa il 26% delle donne sessualmente attive. Tuttavia, esiste comunque un rischio di gravidanza associato con questo tipo di medicinali, specialmente se non assunti secondo le indicazioni e il massimo dell’efficacia si ha quando presi ogni giorno all’incirca alla stessa ora.

Eppure molte donne hanno difficoltà a ricodarselo: secondo alcuni sondaggi, infatti, circa metà delle donne intervistate ha dimenticato di prendere la pillola almeno una volta in un periodo di tre mesi, aumentando il rischio di rimanere incinte del 9% all’anno. Questi problemi potrebbero, tuttavia, essere risolti da un nuovo tipo di pillola a lento rilascio, sviluppata dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e del Mit di Boston, che va presa solamente una volta al mese. Lo studio è stato appena pubblicato su Science Translational Medicine.

Uno speciale tipo di pillola

Il team di ricercatori ha progettato un nuovo sistema per trasportare il medicinale, composto da sei braccia e un nucleo ricoperto da un materiale elastico. Le braccia sono state riempite con il farmaco contraccettivo levonorgestrel, e ripiegate poi in una capsula di gelatina che può essere facilmente ingerita. Una volta raggiunto lo stomaco, la capsula si dissolve e le braccia si aprono raggiungendo un diametro di circa 5 cm, più grande del nostro piloro (il punto di passaggio dallo stomaco all’intestino, circa 1-2 cm), facendo in modo che il sistema rimanga nello stomaco, dove può rilasciare il contraccettivo nel tempo.

(Foto: Tiffany Hua)

Efficace per 29 giorni

Il sistema è stato testato su un modello suino, e gli scienziati hanno misurato la presenza del contraccettivo nel flusso sanguigno degli animali e lo hanno confrontato con gli esemplari a cui era invece data la normale pillola giornaliera. Gli effetti della pillola a lungo rilascio duravano fino a 29 giorni, mentre quelli della pillola giornaliera erano rilevabili per solamente due giorni. “La nostra pillola rappresenta un importante progresso nel fornire alle donne un contraccettivo una volta al mese”, spiega il gastroenterologo Giovanni Traverso, co-autore dello studio ed esperto di pillole hi-tech. “Per molti può essere difficile da credere, ma i nostri dati preclinici ci stanno incoraggiando a proseguire lungo questa direzione”. Lo step successivo sarà ora quello di arrivare ai test clinici per vedere se gli stessi risultati possono essere replicati con sicurezza anche sugli esseri umani.

Riferimenti: Science Translational Medicine

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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