Obama racconta su Jama la sua riforma sanitaria

(Credits:
IIP Photo Archive/Flickr CC)

Affiliazione: presidente degli Stati Uniti d’America. Tra gli addetti ai lavori non è passata inosservata la firma di un paper pubblicato questa settimana su Jama da Barack Obama. Non che fosse la prima volta che un presidente firmasse su riviste scientifiche: nel 2004, sempre su Jama, era stata la volta di George W. Bush, nel 1997 invece era toccata a Bill Clinton, ricorda Scientific American. Ma di certo che Obama abbia scritto su Jama, sebbene non un paper quanto piuttosto una special communication, è diventata una notizia. Sebbene, a quanto pare, non peer-reviewed.

L’occasione per sbarcare su Jama è stata quella di fare un bilancio sulla riforma sanitaria, la cosiddetta Obamacare (Affordable Care Act), e di lanciarsi in prospettive future, come cita il titolo, pescando tra i dati della letteratura e dai report già pubblicati in materia.

Il presidente degli Usa sottolinea così come da quando l’Affordable Care Act è diventato legge il tasso di americani senza un’assicurazione sanitaria sia calato sensibilmente, scendendo del 43% e passando dal 16% nel 2010 al 9% del 2015.

Ma molto resta ancora da fare, ha ricordato ancora Obama: “Nonostante i progressi fatti, gli americani faticano a pagare le loro visite mediche e le rate dell’assicurazione, faticano a muoversi in un complesso e a volte soverchiante sistema, e per questo spesso rimangono privi di assicurazione medica”.

Tanto che il presidente lancia una proposta: incoraggiare a rivedere l’idea di l’opzione pubblica. Si tratta di un piano assicurativo guidato dal governo e in grado di competere nel mercato delle assicurazioni insieme ai privati, soprattutto nelle areee del paese dove la competizione è limitata, scrive: “Aggiungere un’opzione pubblica in queste aree significherebbe rafforzare l’approccio di mercato, dando ai consumatori opzioni più convenienti e al contempo creando un risparmio per il governo federale”.

Il presidente non dimentica poi la questione dei prezzi dei medicinali, che rimangono ancora oggi un problema. “Il Congresso”, aggiunge: “dovrebbe agire su proposte come quelle incluse nel mio budget fiscale per il 2017 per aumentare la trasparenza sugli effettivi costi di produzione e sviluppo dei produttori, per aumentare i rimborsi che alcuni produttori sono tenuti a pagare per farmaci prescritti a certi beneficiari Medicare e Medicaid, e a dare al governo federale l’autorità di negoziare prezzi per farmaci ad alto costo”. A chi verrà Obama fa infine un appello globale: evitare di tornare indietro sulla riforma sanitaria.

Via: Wired.it

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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