Un gruppo internazionale di astronomi, guidato da Richard Massey del California Institute of Technology (Caltech), è riuscito a ricostruire una mappa tridimensionale che mostra, con una precisione mai raggiunta finora, la distribuzione della materia oscura nell’Universo. Il lavoro, pubblicato su Nature, è il frutto dei dati ottenuti dal telescopio spaziale Hubble, grazie al più grande rilievo topografico dell’Universo: Cosmos (Cosmic Evolution Survey).
Il progetto Cosmos ha monitorato un’area di cielo sufficientemente vasta (nove volte la superficie della luna piena), in modo da poter distinguere la struttura della materia oscura dell’Universo. La mappa rivela una rete di filamenti di materia oscura che gradualmente collassa sotto la forza di gravità. Per ottenere la tridimensionalità, le informazioni ottenute con Hubble sono state combinate con lo spettro derivante dalle osservazioni del telescopio Vlt (Very Large Telescope) dell’Eso (European Southern Observatory) e dalle immagini del telescopio giapponese Subaru e altri telescopi canadesi e francesi.
La mappa tridimensionale mostra che la materia normale, soprattutto in forma di galassie, si accumula dove la concentrazione di materia oscura, in continua crescita, è maggiore: i filamenti della materia oscura si intersecano e si interrompono dove sono localizzati gruppi di galassie.
Conoscere la distribuzione della materia oscura e la sua evoluzione nel tempo è fondamentale per capire come crescono le galassie e come si evolvono in miliardi di anni. La mappa potrebbe anche aiutare a comprendere l’energia “oscura”, regolata da una forza che respinge la materia anziché attirarla come la forza di gravità. (a.l.)
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