Count down per il Tribunale Mondiale

A soli tre giorni dalla conclusione dei lavori della Conferenza Onu per l’istituzione della corte internazionale per i crimini contro l’umanità nulla è ancora certo. La mezzanotte del 17 luglio potrebbe vedere la nascita della prima corte penale internazionale, oppure registrare il fallimento di un mese di alacri trattative tra i delegati dei 163 stati partecipanti. “Sono ore cruciali, e questa potrebbe essere la nostra ultima chance ”, ha dichiarato oggi il Ministro degli esteri Lamberto Dini durante la seduta plenaria. Dal 15 giugno scorso nelle stanze della Fao di Roma si discute dei crimini che potrà giudicare il futuro tribunale mondiale, di quali dovranno essere i rapporti della Corte con i singoli Stati e con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di quanta autonomia potrà avere il Pubblico ministero sovrastatale. Una tortuosa strada diplomatica fitta di paletti politici, tuttora ben saldi: Stati Uniti e Francia preferirebbero un tribunale subordinato alle Nazioni Unite, mentre Italia, Regno Unito, Canada, e numerosi paesi africani, asiatici e dell’America Latina si battono per un tribunale forte e indipendente. “Il tribunale ci sarà anche senza l’appoggio degli Usa?” è stato chiesto a Dini. “Se lo statuto verrà firmato dalla stragrande maggioranza degli Stati – ha dichiarato il Ministro – il Tribunale nascerà”.(m.m.)

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