LA PAROLA Ecstasy nell’immaginario collettivo non richiama alla mente l’idea di un medicinale prescritto dallo specialista. Eppure, oggi, l’ente statunitense che detta legge sui farmaci, l’Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali – sigla inglese Fda-, ha designato il composto Mdma (3,4-metilendiossimetamfetamina), sostanza nota come droga Ecstasy, come breakthrough therapy nel disturbo postraumatico da stress, un disturbo d’ansia che può insorgere in seguito ad un trauma. L’Mdma è ancora da studiare clinicamente, dunque non è disponibile per i pazienti, ma la dicitura inglese breakthrough therapy assegnata dalla Fda vuol dire che in base ai primi risultati ottenuti nella sua sperimentazione, questa terapia può offrire maggiori vantaggi nella cura rispetto ai trattamenti già esistenti ed in uso. Ma non è tutto. Dopo i primi step positivi delle ricerche, l’Agenzia statunitense Fda, infatti, ha approvato due studi clinici di fase 3, l’ultimo stadio della sperimentazione, che serve per valutare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco. Tali studi potrebbero iniziare nella prossima primavera e terminare entro il 2021.
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