Datemi una microleva

“Microbraccia” della grandezza di dieci micron in grado di piegare minuscole parti di materia sono state create dai ricercatori dell’Infm-Cnr di Genova. Nella dimensione infinitesimale piegare la materia significa cambiare i rapporti di distanza tra gli atomi; si vanno così a modificare quelle proprietà fisiche – elettriche, magnetiche e ottiche –  dei materiali che dipendono proprio dall’interazione tra gli atomi e quindi dalla loro vicinanza reciproca.

Le microleve sono state create sovrapponendo numerosi strati di materiale. L’ultimo è quello definito “funzionale”, dotato delle proprietà che si vogliono modificare. Gli strati inferiori vengono scolpiti con sostanze acide in modo da formare microscopici puntelli. Applicando una tensione elettrica è possibile piegare a piacimento queste microleve e flettere lo strato funzionale. L’utilità del piccolo dispositivo è più chiara se si pensa che, in seguito a deformazione, molti materiali si modificano diventando per esempio da opachi a trasparenti o da isolanti a conduttori. Le microleve sono fatte di materiale cristallino il che promette un’efficienza superiore a quanto oggi possibile con altre tecniche.

“In seguito al perfezionamento di questi microscopici dispositivi sarà possibile cambiare a basso costo le proprietà fisiche dei materiali”, ha spiegato Luca Pellegrino ricercatore del laboratorio Lamia dell’Infm e coautore dello studio apparso su Advanced Materials. Le applicazioni sono innumerevoli e quasi fantascientifiche: dalla messa a punto di antenne innovative, schermi Lcd o sensori chimici come i nasi elettronici, alla creazione di sistemi che trasformano in energia le vibrazioni acustiche del rumore ambientale. (s.s.)

Riferimenti: Advanced Materials doi:10.1002/adma.200990089

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