Testa o croce? Lanciando una moneta abbiamo davvero il 50% di probabilità? Per verificarlo in modo empirico, un gruppo di 48 ricercatori dell’Università di Amsterdam ha messo in piedi una maratona di lancio della moneta – per un totale di oltre 350mila lanci – che è finita lasciando un piccolo dubbio: il risultato potrebbe non essere così casuale come abbiamo sempre pensato. L’articolo è disponibile in preprint su arXiv.
Insegnate la probabilità: il mondo è dominato dal caso
Erano i primi anni Duemila quando tre ricercatori statunitensi costruirono una macchina lancia-monete per mettere alla prova la statistica. L’ipotesi era che il risultato di un lancio potesse non essere solo frutto del caso: in quanto questione di fisica, conoscendo la velocità con cui la moneta viene lanciata e la frequenza di rotazione, si dovrebbe poter prevedere l’esito. Questi esperimenti robotizzati portarono a definire il cosiddetto “bias dello stesso lato”: se recuperata alla stessa altezza, il 51% delle volte la moneta atterra sullo stesso lato dal quale è stata lanciata.
Le mani umane, tuttavia, non sono uguali a quelle meccaniche. Da qui l’idea di Frantisek Bartos e dei suoi 47 colleghi della maratona di lancio della moneta. Per diversi giorni i ricercatori hanno lanciato 46 monete diverse, per un totale di 350.757 volte. Risultato? Bias dello stesso lato confermato. “Se inizi con il lato testa rivolto verso l’alto, è più probabile che la moneta atterri allo stesso modo, e viceversa”, ha detto Bartos, precisando che la loro stima è risultata essere del 50,8%.
Come hanno fatto notare alcuni esperti, tuttavia, si tratta di una differenza davvero minima, che ha più effetti sulla riflessione filosofica di cosa sia la casualità che sulla vita di tutti i giorni. Quanti prima di lanciare una moneta scelgono davvero il lato da cui lanciarla?, si chiede Stephen Woodcock, della School of Mathematical and Physical Sciences dell’Università di Tecnologia di Sydney, interpellato da New Atlas. Una domanda che solleva una certa criticità nell’esperimento di Amsterdam, perché, conoscendo il bias dello stesso lato, i ricercatori avrebbero potuto consciamente o inconsciamente “pilotare” il risultato del testa o croce.
Sebbene gli autori della nuova ricerca ritengano improbabile che sia successo, ammettono che è un’eventualità che deve essere verificata e che, all’atto pratico, per decisioni importanti affidate al lancio di una moneta, meglio nascondere la sua posizione iniziale agli scommettitori.
Via Wired.it