Smartphone a scuola? Possono rivelarsi degli ottimi alleati della didattica, e trasformarsi in preziosi aiutanti per lo studio delle materie scientifiche, soprattutto se a supporto di nuovi strumenti concepiti per favorire nelle classi diverse attività pratiche. Da questi elementi nasce Design for Physics, progetto nato dalla partnership tra l’Istituto Europeo di Design di Roma e il dipartimento di Fisica di Sapienza Università di Roma, che propone nuovi strumenti didattici destinati alle scuole secondarie e pensati per migliorare l’apprendimento della fisica anche attraverso l’ausilio degli smartphone. Il lavoro sarà presentato in occasione della undicesima edizione di Maker Faire Rome, il più importante evento europeo dedicato all’innovazione, che dal 20 al 22 ottobre torna con sette padiglioni alla Fiera di Roma.
Molle, pendoli, piani inclinati, rotolamenti: diverse le leggi della fisica che possono essere studiate attraverso gli strumenti di Design for Physics, che al fine di stimolare collegamenti interdisciplinari, si avvale di una linea dalle forme insolite e coloratissime, progettate per ispirare associazioni creative tra l’arte e le discipline scientifiche. Basate su geometrie semplici e combinazioni di colori accesi, le forme richiamano lo stile radicale che ha caratterizzato il design italiano degli anni ’60 e ’70, riproponendo una visione provocatoria e rivoluzionaria che mette in primo piano la creatività e l’identità del design. Tutti gli strumenti proposti hanno un basso costo, e sono destinati alla produzione su larga scala o all’autoproduzione direttamente nelle scuole, che sempre più spesso sono dotate di laboratori di fabbricazione digitale. Inoltre, tutti i materiali e componenti sono economici, facilmente reperibili e a basso impatto ambientale. A differenza del tradizionale modello in cui le scuole investono in dispositivi di alta qualità ma costosi, limitati in quantità e destinati all’uso condiviso da un’intera classe, Design for Physics permette il lavoro in piccoli gruppi, sui normali banchi scolastici, senza la necessità di spazi dedicati. L’utilizzo degli smartphone è uno dei punti focali di questa innovazione, che consente la digitalizzazione delle misurazioni e promuove l’apprendimento di software di calcolo, grafica e programmazione. Gli strumenti proposti sono infine altamente versatili e adattabili alle diverse dimensioni degli smartphone, consentendo agli studenti di sfruttare i sensori integrati nei dispositivi comuni, oltre a usufruire di applicazioni gratuite già disponibili online.
Un lavoro che ha quindi l’obiettivo di sottolineare come la connessione tra design e ricerca scientifica possano promuovere l’innovazione in contesti di apprendimento scolastici, anche in contesti con risorse limitate. Le idee alla base dei progetti sono di Flavia Colonnelli, Marco De Michele, Daniele Abbati, Giulia Azionetti, Fabio Caricato, Paola Hofmann, Alessandro Malaspina, Clelia Menghini, Lara Mucci, Francesco Poletto e Federico Vicario, studentesse e studenti del secondo e terzo anno di Product Design IED Roma, guidati dal docente Mauro del Santo, con la supervisione di Gianfranco Bombaci, Coordinatore della Scuola di Design, e con la consulenza di Giovanni Organtini, professore associato di Fisica Sperimentale presso Sapienza Università di Roma.
“Nel panorama educativo contemporaneo, in cui il progresso e la ricerca pedagogica stanno trasformando i metodi di insegnamento, è ampiamente riconosciuto che l’integrazione di attività pratiche acceleri il processo di apprendimento e agevoli la creazione di collegamenti interdisciplinari”, commenta Mauro del Santo, designer e docente di Product Design IED Roma. “Le esercitazioni pratiche rendono le lezioni più coinvolgenti, promuovono il lavoro di squadra e la collaborazione. Design for Physics nasce con l’intento di rivisitare gli strumenti didattici comunemente utilizzati nelle scuole superiori per gli esperimenti di fisica, ma ha lo scopo più ampio di portare sviluppi anche in tanti altri ambiti disciplinari”.
“È attraverso la costruzione di ponti, e non di muri, che i popoli progrediscono e il benessere si diffonde”, commenta Giovanni Organtini, professore associato di Fisica Sperimentale a Sapienza Università di Roma. “Allo stesso modo la conoscenza può avanzare solo per mezzo della contaminazione tra le discipline, abbattendo quelle barriere che troppo spesso hanno tenuto separati uomini e donne impegnati nella ricerca nei rispettivi ambiti”.