La misura della circonferenza della vita (indicata dalla sigla Wc, Waist circumference) fornisce migliori indicazioni sul rischio di sviluppare malattie collegate all’obesità rispetto al metodo oggi più diffuso, ovvero il calcolo dell’Indice di massa corporea (Bmi, Body mass index). Lo ha provato uno studio di un gruppo di ricercatori della Columbia University pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. La ricerca ha considerato un campione di più di 9.000 persone in sovrappeso di entrambi i sessi e di un’età media di 45 anni. In questi individui sono stati considerati i fattori di rischio di malattie cardiovascolari: colesterolo, pressione sanguigna alta, glucosio. Questi fattori sono stati messi in correlazione con la Wc e il Bmi. Il secondo indice, ricavato da un calcolo che coinvolge l’altezza e il peso del paziente, si è rivelato meno efficace nel prevedere i fattori di rischio rispetto alla semplice misura del girovita. La ricerca ha anche individuato delle “lunghezze-limite”. Un perimetro di 90 centimetri per gli uomini e 83 per le donne è il limite al di sopra del quale ogni aumento di peso rappresenta un serio rischio di malattie cardiovascolari.(m.ca.)(venerdì 20 settembre)
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