Diavolo di una corrente

“Il demonio manifesta a volte la sua presenza proprio attraverso strumenti legati alla corrente elettrica”. Padre Gabriele Amorth, il più celebre esorcista italiano, non ha avuto dubbi nel pronunciarsi sui fatti avvenuti a Canneto, una piccola frazione di Caronia, nel messinese. Un diavoletto elettrico imperverserebbe nelle case del paese siciliano, che nell’ultima settimana è salito alla ribalta della cronaca nazionale per i numerosi casi di apparente autocombustione di molti oggetti: dai contatori dell’Enel agli elettrodomestici e, a quanto sembra, anche sedie e materassi. “È inaccettabile”, replica secco Adalberto Piazzoli, docente di elettromagnetismo, onde e ottica all’Università di Pavia, nonché vicepresidente del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap), “che mentre stiamo ricevendo immagini da una sonda inviata su Marte, si debbano ancora sentire affermazioni del genere”. Le prime allusioni alla presenza di eventi paranormali, poltergeist, folletti e fantasmi sono comparse sui mezzi di informazione alcuni giorni fa, quando il sindaco del paese si è visto costretto a emanare un provvedimento di sgombero per le 39 persone nelle cui abitazioni si erano verificati gli strani episodi. Agli abitanti è subentrata un’équipe composta da tecnici dell’Enel, delle compagnie di telefonia mobile, delle ferrovie, da ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e del Centro elettrotecnico sperimentale italiano per compiere sopralluoghi e misurazioni. E dal loro arrivo a Canneto sembra che le “forze maligne” abbiano trovato pace. “A quanto pare è ancora una volta confermata”, commenta Piazzoli, “quella che al Cicap abbiamo soprannominato la prima legge scettica: in assenza di controlli, i fenomeni avvengono in gran numero, ma quando il controllo si fa capillare, scompaiono”. L’opinione del Cicap è che i fatti di Canneto potrebbero essere frutto di dolo o di uno scherzo. All’origine potrebbe esserci anche un problema tecnico, le cui dimensioni vengono poi ingrandite per mano di qualcuno, un fenomeno noto agli psicologi sotto il nome di “onda imitativa”. “Non sarebbe la prima volta”, continua Piazzoli, “alcuni anni fa fenomeni analoghi si sono verificati a Legnano, in Lombardia, ma il caso si è risolto con la scoperta della mano umana che si celava dietro i fenomeni”.Una spiegazione, a oggi, non è stata comunque ancora trovata. “L’ipotesi su cui stiamo lavorando”, ha dichiarato mercoledì scorso in conferenza stampa Giuseppe Maschio, professore all’Università di Messina e tra i componenti della commissione, “è quella di un incidente tecnico avvenuto negli impianti elettrici”. Ma i giorni precedenti hanno visto un fiorire di ipotesi, legate perlopiù alla presenza di campi elettromagnetici anomali. Di origine geomagnetica, per esempio. Ma il presidente dell’Ingv, Enzo Boschi, si è affrettato a precisare che il campo magnetico terrestre è troppo debole per provocare reazioni di questa portata, tanto più in un’area così ristretta. Anche i controlli sulla rete ferroviaria, che passa vicino al paese, non hanno avuto riscontro. Il fisico Tullio Regge ha ipotizzato invece che all’origine degli strani fuochi ci possano essere delle antenne radar di mezzi militari che emettono un particolare tipo di onde ad alta intensità. “Le ipotesi legate alla presenza di campi elettromagnetici anomali”, commenta Piazzoli, “pur essendo verosimili, sono improbabili. Mi sembra invece che la direzione sulla quale si sta muovendo la commissione possa portare alla soluzione: per esempio potrebbe darsi che negli appartamenti sia saltato il neutro, una parte dell’impianto elettrico trifase, provocando il passaggio da 220 a 380 volt, che genera surriscaldamenti”. Pare però che le prove in assenza di energia elettrica siano state già fatte, senza impedire che i fuochi ricomparissero. “Come sempre in questi casi”, risponde Piazzoli, “è essenziale appurare l’esatta successione degli eventi. E per questo dobbiamo aspettare che la commissione faccia il suo lavoro”. Sempre che il diavolo (elettrico) non ci metta lo zampino.

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