Disastro umanitario in caso di guerra

Le conseguenze di un’eventuale guerra contro l’Iraq potrebbero assumere le proporzioni di una catastrofe umanitaria e ambientale per il paese. Migliaia sarebbero i morti, e altrettanti gli sfollati e i feriti, la cui cura costerebbe miliardi di euro. Terribile l’inquinamento ambientale per la diffusione di gas tossici, sostanze chimiche, biologiche ed, eventualmente, radioattive. E’ questa la previsione a tinte fosche di un rapporto pubblicato sul British Medical Journal e realizzato da Medact, (organizzazione no-profit formata da personale medico e ospedaliero che si occupa di appurare e combattere le conseguenze sulla salute dei conflitti armati) in collaborazione con International physicians for the prevention of nuclear war, a cui l’organizzazione è affiliata. La previsione si fonda sui risultati della guerra del 1990-1991: 200 mila i morti tra militari, civili e rifugiati, tra cui ben 47 mila bambini sotto i cinque anni; oltre 300 mila i feriti, tra i soldati iracheni, molti dei quali deceduti successivamente e altri rimasti permanentemente disabili; un milione e 800 mila i profughi che versano tuttora in gravi condizioni a causa delle malattie e della malnutrizione. Gli attacchi aerei e le sanzioni economiche inoltre hanno colpito l’industria petrolifera e l’intera l’economia del paese, danneggiando gravemente le vie di comunicazione, il sistema elettrico e quello fognario, e limitando così l’accesso all’acqua pulita e ai servizi sanitari. Medact invita la comunità internazionale ad attuare strategie alternative alla guerra: sanzioni che colpiscano esclusivamente la classe dirigente irachena, un sistema di contenimento che restringa il commercio delle armi, un piano di sviluppo a lungo termine e l’incoraggiamento di processi politici che introducano la democrazia in Iraq. (d.d.v.)

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