La materia oscura si distribuisce nelle galassie come previsto dai modelli cosmologici. Attraendo la materia visibile come ci si aspettava. Francisco Prada dell’Instituto de Astrofìsica de Canarias (Spagna) ha studiato, insieme a un gruppo internazionale di ricercatori, i movimenti di 3.000 galassie satellite presenti nelle immagini della Sloan Digital Sky Survey, un immenso archivio digitale dell’Universo. Le galassie satellite sono compagne più piccole di una galassia principale, intorno alla quale orbitano sotto l’effetto dell’attrazione gravitazionale, come la Luna con la Terra. Lo scopo dello studio consisteva nel risalire alla disposizione della materia oscura nelle galassie principali attraverso le velocità delle loro galassie satellite. I risultati sono molto interessanti perché confermano il tipo di distribuzione attesa dai modelli cosmologici. “Il nostro lavoro ci dice come è distribuita la materia oscura, ma non ci dice di cosa è fatta”, fa notare Prada. Infatti, gli attuali modelli cosmologici spiegano con successo la visione sperimentale dell’Universo, ma prevedono che la materia visibile che ci è più familiare sia in effetti una piccola percentuale del totale, costituito principalmente da una misteriosa energia oscura e un’altrettanto sconosciuta materia oscura. Le difficoltà nello scoprire la natura di queste componenti hanno indotto alcuni scienziati a mettere in dubbio la teoria gravitazionale di Einstein e proporre delle alternative. Ma proprio i risultati di Prada, che seguono le previsioni del modello più canonico, pongono dei seri limiti alla formulazione di alcune di queste teorie. (s.b.)
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