Donne violate dietro le sbarre

Il sistema carcerario turco è bestiale e le violenze nei confronti delle donne sono una prassi ormai consolidata. E’ la denuncia lanciata da Amnesty international nel rapporto ‘Basta alla violenza nei confronti delle detenute!’ presentato oggi a Istanbul. Secondo il testo del documento tutte le detenute in Turchia sono a rischio di violenza, ma ad essere maggiormente colpite sono le donne curde e quelle che manifestano idee politiche non allineate con il governo. Dopo aver raccolto oltre 100 testimonianze, la Commissione di avvocati di Diyarbakir nelle città di Mus, Barman, Diyarbakir e Midyat ha concluso che le detenute sono state sottoposte al ‘test della verginità’, una pratica disumana che le punisce e le umilia: quelle detenute, che non hanno un imene integro, subiscono poi violenze di ogni tipo e in alcuni casi rischiano la morte. Anche il rifiuto di sottoporsi al test è punito con abusi sessuali. Secondo le denunce raccolte da Amnesty durante gli interrogatori nelle stazioni di polizia, le detenute sono spogliate e bendate; anche le perquisizioni corporali, fatte da uomini, spesso sfociano in violenze di ogni tipo. Il sistema culturale in nome dell’onore spinge molte donne a nascondere gli abusi dietro il silenzio. Anche il sistema giuridico scoraggia le denunce nei confronti dei rappresentanti dello Stato: chi denuncia le violenze e gli avvocati che difendono le vittime rischiano ulteriori abusi e azioni legali. Il rapporto si basa su dati raccolti nel 2002, nel frattempo il governo in carica in Turchia è cambiato; Amnesty international a conclusione del rapporto si augura che il nuovo governo trasformi in realtà le dichiarazioni di intenti già rilasciate sui diritti umani. (b.s.)

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