L’insonnia dei pesci zebra

    Nuotano nell’acquario lenti e senza forze, ma di riposare proprio non ci pensano. O meglio, non ci riescono. I pesci zebra, i comuni pesciolini da acquario, infatti, soffrono di insonnia. E’ la scoperta di un team di ricercatori della Standford University guidati da Emmanuel Mignon. Secondo lo studio, pubblicato su Public Library of Science-Biology, alcuni pesci zebra hanno un gene mutante che interrompe il meccanismo del sonno, proprio come avviene negli esseri umani.

    Mignon e colleghi hanno notato che alcuni di questi pesci, tenuti svegli tutta la notte, riescono poi a recuperare un po’ del sonno perduto se li si lascia a luci spente. Ma se li si tiene svegli e poi si accende la luce, i pesci non dormono per tutto il giorno. Colpa di una mutazione genetica: a questi pesci manca infatti l’oressina, il recettore dell’ipocretina, un neuropeptide prodotto da alcuni neuroni della regione del cervello che controlla i comportamenti base, come fame, sesso e sonno. I pesci-zebra con questo gene mutante dormono il 30 per cento meno di quelli che non ce l’hanno.

    Il pesce-zebra è un oggetto di studio molto popolare perché meno costoso da allevare rispetto ai topi e dotato di un sistema nervoso più vicino a quello umano. Da questa scoperta i ricercatori sperano di capire come e perché il sonno sia stato selezionato nel corso dell’evoluzione della specie e per quale motivo è così universale. E aggiungere così nuovi dettagli a quelli già esistenti, e documentati su Galileo, sul meccanismo del sonno e sulle sue conseguenze a livello del cervello e dell’apprendimento (Brutti voti per chi dorme male, L’ormone che ci sveglia, Mattinieri o nottambuli, questione biologica).

    Già altri animali hanno dato il loro contributo alla causa della ricerca, come le anatre selvatiche, che dormono con un occhio solo, e la drosophila melanogaster (Dormo ma son desto, Anche gli insetti dormono, La sveglia del moscerino da frutta). Numerose le evidenze del ruolo del sonno sulla capacità di imprimere i ricordi e le nozioni apprese (La memoria vien dormendo, Chi dorme piglia pesci, Dormendo s’impara, Dormire per ricordare).

    L’ipotesi che l’insonnia sia legata a fattori genetici era emersa già nel 2005 su Nature da uno studio di Chiara Cirelli e Giulio Tononi, ricercatori presso la Winsconsin University di Madison (Insonnia da Dna) mentre è dell’anno seguente l’avvio di un progetto europeo per studiare i meccanismi di regolazione del sonno (Alla scoperta del sonno). Le ultime evidenze riguardano invece il sonno dei delfini, che dormono con un emisfero cerebrale per volta (Svegli a metà) e la rivoluzione dei ritmi circadiani nei topi (Rivoluzione circadiana?, Il gene che allunga la giornata).

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