di Letizia Gabaglio e Tiziana Moriconi
«MI PIACEREBBE CHE DOPO avermi ricevuto, la sua porta non si chiudesse subito ». Oppure: «Sorrida dottore, il tumore ce l’ho io, non lei». O ancora domande semplici, richieste pratiche di aiuto. Per i malati la comunicazione con gli oncologi è così importante da diventare essenziale per il buon esito delle cure, che sono lunghe e spesso molto faticose per chi le fa e chi gli sta accanto. Ascolto e più tempo, soprattutto nel momento in cui si comunica la diagnosi, è infatti la prima richiesta di tutti i pazienti. «A me spettava il compito di dare le diagnosi e sapevo già quanto fosse importante la chiarezza.
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