Dove rischiano i giornalisti

La libertà di stampa si è ridotta in molti paesi del mondo, sia con regimi autoritari sia nelle democrazie occidentali. L’Italia, dal canto suo, ha guadagnato solo due posti, passando dal 42esimo posto del 2005 al 40esimo di quest’anno. È quanto emerge dal quinto rapporto mondiale sulla libertà di stampa redatto dall’organizzazione Reporters sans Frontieres (Rsf).

I paesi più liberi sono Finlandia, Islanda, Irlanda e Olanda (tutte al primo posto) dove “non è stato registrato alcun caso di censura né di minaccia o intimidazione” ai danni dei giornalisti. Subito dietro la Repubblica Ceca (quinto posto), mentre la Danimarca, che fino allo scorso anno occupava le prime posizioni, è crollata al 19esimo posto a causa delle minacce rivolte agli autori delle vignette satiriche su Maometto pubblicate lo scorso anno. Le nazioni dove invece i “giornalisti rischiano la vita o la prigione per tenerci informati” sono la Corea del Nord (al 168esimo e ultimo posto), Turkmenistan, Eritrea, Cuba, Myanmar e Cina.

Tra i 25 dell’Unione Europea l’ultimo posto spetta alla Polonia (al 58esimo posto). Hanno perso posizioni anche gli Stati Uniti, in posizione numero 53, il Giappone (51) e la Francia (35), mentre significativi miglioramenti ci sono stati per la Bolivia (che sale da 45 a 16), la Bosnia-Herzegovina (da 33 a 19), e il Ghana (dal 66 al 34). L’Italia è sopra la Spagna di una posizione, ma sotto la Germania, la Gran Bretagna e la Grecia. Tra i paesi extra europei, c’è più libertà di stampa rispetto al nostro in Benin, Trinidad e Tobago, Namibia, Giamaica, Panama, Mauritius, Mali, Costa Rica e Nuova Zelanda. (a.l.)

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