L’energia e la materia oscure, fondamentali per l’attuale modello cosmologico, potrebbero essere frutto di un’errata interpretazione dei dati. A sostenerlo un gruppo di astrofisici inglesi che ha pubblicato uno studio sulle Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Proprio un anno fa i dati provenienti dal satellite Wmap della Nasa avevano confermato il modello teorico secondo il quale l’Universo è costituito solo al 5 per cento di materia convenzionale, mentre il restante 95 per cento è fatto di materia ed energia oscure, non rilevabili dagli strumenti. La prova era nelle piccole perturbazioni della radiazione cosmica di fondo, che consentono di ricostruire un’immagine di come era l’Universo “appena” quattrocentomila anni dopo il Big Bang. Ma ora un gruppo di astrofisici dell’Università di Durham si sono presi la briga di analizzare meglio i dati di Wmap, confrontandoli con la posizione degli ammassi di galassie più abbondanti, attraversate dalla radiazione nel suo percorso verso la Terra. E hanno scoperto che le variazioni di temperatura nella radiazione di fondo coincidono proprio con la posizione degli ammassi di galassie. L’ipotesi degli scienziati è che la radiazione abbia subito delle distorsioni attraversando gli ammassi di galassie, e che questo sia sufficiente a spiegare le variazioni di temperatura, senza bisogno di energia e materia oscure. (m.mo.)
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