Buone notizie dalla Repubblica Democratica del Congo. Il ministro della salute congolese Felix Kabange Numbi ha ufficialmente dichiarato la fine dell’epidemia di ebola nel paese. L’annuncio arriva 42 giorni dopo la segnalazione dell’ultimo caso della malattia, il 4 ottobre scorso, e 3 mesi dopo che il governo di Kinshasa aveva dichiarato lo stato di epidemia.
“La fine dell’epidemia non significa che il pericolo sia completamente eliminato”, ha detto Kabange. “Il Congo rimane come tutti gli altri paesi del mondo sotto la minaccia di importare nuovi casi”. Per scongiurare la ricomparsa del virus, il governo congolese ha lanciato una speciale task force specializzata nella lotta alla malattia, pronta a intervenire in Guinea, Sierra Leone, Liberia e Mali. Già 180 persone hanno completato la formazione necessaria, ma si conta di reclutare complessivamente un migliaio di volontari. Il ministro ricorda comunque ai suoi concittadini e al personale medico l’importanza della prevenzione e dell’osservazione delle basilari misure igieniche, indispensabili per limitare la diffusione del virus.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fissato a 42 giorni senza nuovi contagi, corrispondenti a due cicli di incubazione del virus, il periodo indispensabile per dichiarare la fine dell’epidemia. Il Congo è la terza nazione africana ad annunciare di aver debellato la malattia, dopo Senegal e Nigeria. Secondo le ultime stime dell’Oms, ebola ha causato la morte di 5177 persone in otto paesi, su un totale di più di 14 mila casi segnalati. L’epidemia congolese, causata da un ceppo diverso da quello che si è diffuso in Africa Occidentale, ha fatto registrare 49 vittime, principalmente concentrate nella poco popolata zona nordoccidentale, con un tasso di mortalità del 74%.
Riferimenti: World Health Organization
Credits immagine: NIAID/Flickr CC
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