Ecco gli schermi olografici economici

Preparatevi a dire addio ai “vecchi” schermi televisivi bidimensionali, se non l’avete già fatto. E a sbarazzarvi finalmente di quei fastidiosi occhialini per vedere programmi, film ed eventi sportivi in tre dimensioni. E non preoccupatevi per il portafogli: vi costerà davvero poco. Dovrete solo ringraziare gli scienziati del Mit di Boston, che hanno appena sviluppato, come descritto su Nature, una nuova tecnologia economica ed efficace per costruire schermi olografici.

Usando questo nuovo approccio, Daniel Smalley, studente laureato al Media Lab e primo autore dell’articolo, ha costruito infatti un prototipo di schermo olografico la cui risoluzione è più o meno quella di una televisione standard e in grado di aggiornare le immagini circa 30 volte al secondo, abbastanza velocemente da dare l’illusione di un video continuo. La tecnologia sta tutta dentro un minuscolo chip ottico, simile a un vetrino da microscopio, costruito dallo stesso Smalley usando solo le attrezzature a disposizione al Mit. Per un costo totale di appena 10 dollari. “Il chip, che è il ‘cuore’ del prodotto”, racconta il ricercatore, “è anche il componente più economico. L’alimentatore e la plastica costano di più”.

La tecnica usata da Smolley è la cosiddetta modulazione acusto-ottica, in cui vengono utilizzate delle onde acustiche per dare alla luce – che poi andrà a comporre l’immagine che vediamo sullo schermo – un particolare pattern, o modello. Modulando opportunamente le onde acustiche, si può agire sulla luce e formare immagini olografiche. Mentre le tecnologie precedenti si basavano sul diossido di tellurio, un materiale molto costoso, il prototipo di Smolley funziona con il niobato di litio, notevolmente più economico.

Un altro miglioramento introdotto dal ricercatore è stato quello di inviare contemporaneamente, nel chip, i fasci di luce dei tre colori primari (rosso, blu e verde): le frequenze dell’onda acustica si può determinare quale colore passa e quale altro viene filtrato. In questo modo è stato possibile ridurre ulteriormente consumi e costi del dispositivo mantenendone inalterate le prestazioni: “Le immagini che siamo riusciti a produrre”, conclude orgoglioso Smolley, “hanno un’ottima qualità. Ma lavoreremo ancora per migliorare sempre più il dispositivo ed, eventualmente, portarlo in commercio”.

Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature12217 

Credits immagine: Daniel Smalley

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • Desidero avere informazioni sui costi degli schermi olografici economici ed eventualmente.
    , se di vostra competenza anche costi dei proiettori olografici. Ringrazio per le notizie che vorrete servirmi.Cordiali saluti

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