Dopo dieci mesi di lavoro, è nata la Carta europea dei diritti fondamentali. La Convenzione dei 62 presieduta da Roman Herzog ha trasmesso la bozza definitiva del testo al Presidente dell’Unione Europea. Fortemente innovativo nella forma, il documento è una sintesi dei diritti recepiti dai Trattati comunitari e dalle Dichiarazioni europee e di quelli istituiti dalle Carte Costituzionali dei vari Stati dell’Unione. Accanto ai più tradizionali diritti civili, politici e sociali, si stabiliscono anche alcuni “nuovi diritti” nel campo delle biotecnologie (art. 3), della privacy e della protezione dei dati personali (art. 8), dell’ambiente (art. 36), della tutela dei consumatori (art. 37) e della buona amministrazione (art. 41). La Carta ribadisce anche alcuni punti fermi dell’Unione in materia di diritti civili: abolizione della pena di morte (art. 2), negazione della tortura e della schiavitù (artt. 4 e 5), diritto all’obiezione di coscienza (art. 10), lotta alle discriminazioni di qualsiasi genere, comprese quelle derivanti dalle tendenze sessuali o dalle caratteristiche genetiche (art. 21). La Carta insomma raccoglie e dà maggiore visibilità a diritti fondamentali già in vigore e dovrà proteggere i cittadini dall’azione delle Istituzioni dell’Unione e degli Stati Membri nel rispetto del principio della sussidiarietà. Sarà esaminata ufficialmente nella Conferenza intergovernativa sulla revisione dei trattati in programma a Biarritz il 15 e 16 ottobre 2000. Su di essa dovrà esprimersi alla fine il Parlamento Europeo, che, se la Carta avrà valore costituzionale, potrà essere coinvolto per la prima volta in un processo somigliante a quello dei Parlamenti nazionali durante l’elaborazione delle proprie Carte fondamentali. (m.ba.)
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