Ecologia in pole position

A vederle passare, piccole e con le loro forme bizzarre, mentre cercano di rubare forza al vento e non perdere stabilità e velocità nelle curve, sembra quasi di assistere a una gara automobilistica del futuro. Abitacoli ridottissimi, forme aerodinamiche, materiali leggeri, piccoli motori da spegnere ogni tanto per sfruttare la forza d’inerzia. Siamo sul circuito di Nogaro, nel sud ovest della Francia, per assistere alla Shell eco marathon Europe, dove vince chi consuma meno non chi arriva primo. Qui dal 22 al 24 maggio scorso, 206 team composti da ragazzi delle scuole e delle università di 22 paesi europei ed extraeuropei, tra cui per la prima volta anche Iran, Marocco, Ungheria e Bulgaria, si sono sfidati nella progettazione di veicoli efficienti in termini di consumi e di emissioni. Il gradino più alto del podio lo hanno conquistato il team del Lycée La Joliverie di Nantes che ha superato il proprio record personale riuscendo a percorrere 3.382 chilometri con l’equivalente di un litro di benzina, e i ragazzi della De Haagse Hogeschool di Rijswijk, in Olanda, che con un prototipo a idrogeno hanno percorso 848 chilometri con la stessa quantità di carburante.

Una sfida amatoriale quella di Nogaro, che risponde però a un bisogno primario del pianeta: la scarsità di fonti energetiche fossili su cui fare affidamento, l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio e l’allarme crescente per i rischi connessi al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici. In questo scenario il mercato dell’automobile fa la sua parte: in Italia, per esempio, nel 2005 c’erano 590 autovetture ogni 1000 abitanti. Inoltre è cresciuta la distanza media percorsa dalle autovetture di famiglia, che secondo il monitoraggio Audimob si è attestato nel 2006 a oltre 15.300 chilometri, più 2 per cento rispetto all’anno precedente. Ecco allora che anche le grandi multinazionali del petrolio investono per trovare soluzioni innovative di mobilità sostenibile. Shell, con la gara di Nogaro, ha creato un appuntamento a metà fra percorso educativo e occasione per scovare tecnici e ingegneri di talento.

I partecipanti hanno utilizzato per lo più carburanti convenzionali come diesel (18 team), benzina (114), Gpl (9) ma anche alternativi come energia solare (11 team), idrogeno (32), biocarburanti (20)e Gas to liquid-Gtl (2). Due le categorie di veicoli in gara: Prototipi e Urban concept. I primi sono veicoli avveniristici che mirano a massimizzare l’efficienza e che, in base al regolamento, devono completare sette giri del circuito (3.636 chilometri per giro) entro e non oltre 50 minuti e 34 secondi a una velocità media minima di 30 chilometri orari. Gli Urban concept, invece, sono più simili alle comuni automobili e gareggiano in tre batterie, ognuna impegnata in 14 giri di pista da 1.620 chilometri (22.680 in totale) a una velocità media minima di 25 km/h. Il tempo massimo per completare una batteria è 54 minuti e 25 secondi, e per riproporre le reali condizioni di guida urbana sono previsti tre pit-stop obbligatori, ognuno di 10 secondi. Per comparare l’efficienza dei veicoli nonostante l’impiego di differenti carburanti, l’energia impiegata viene calcolata e poi espressa nell’equivalente di litri consumati per chilometri percorsi.

Tra prototipi stile aragosta, decori alla van Gogh, macchine interamente di bambù e cotone, è possibile individuare le soluzioni più innovative adottate da alcuni team. Per esempio quella del team Fortis Saxiona della Chemnitz University of Technology, in Germania, che per il proprio prototipo a idrogeno ha utilizzato un sistema di sterzo a joystick, simile alla tecnologia adottata sugli aerei, riuscendo ad adattare le velocità di reazione del sistema di sterzo alle diverse velocità del veicolo per garantire la massima stabilità. La vettura del team Baldus della Swedish Lulea University of Technology, Svezia, invece, combina un sistema ibrido che funziona a etanolo e include la tecnologia del ricircolo dei gas: la Exhaust Gas Reduction riduce le emissioni facendo ricircolare una parte dei gas esausti del motore verso i cilindri, riducendo così di molto le emissioni del veicolo.

Una novità è stata introdotta quest’anno anche dal Team Faenza Iti Racing dell’Istituto tecnico Itip Bucci di Faenza. “Gareggiamo con un veicolo Urban concept che utilizza Gas to liquid (Gtl) per alimentare il motore diesel dei veicolo, che è dotato anche di un sistema ad energia ibrida”, spiega Paolo Fiorini, professore in pensione che guida i ragazzi in questa avventura. “In base alla velocità si spegne il motore diesel e si avvia quello elettrico. Attraverso i test abbiamo ottimizzato consumi e potenza e siamo riusciti a percorrere 158 chilometri con un litro”. Il Gtl è un nuovo carburante di sintesi prodotto dalla Shell, ottenuto dal gas naturale. È trasparente, privo di zolfo e composti aromatici, e riduce le emissioni di ossidi di azoto e di particolato, così come gli altri tipi di emissioni locali.

Utilizza il normale carburante la “Superleggera” del team Diamon Style che vede riuniti alcuni ragazzi de La Sapienza e dell’Università Tor Vergata in un progetto finanziato grazie a piccoli sponsor locali: si tratta di una concept car a forma di goccia che unisce i concetti base della mobilità sostenibile al design e al comfort, e che si avvicina molto alle auto che si vedono per strada quotidianamente. Molto più costoso, ben 75 mila euro, il progetto di Idra08, il primo prototipo del “H2politO molecole da corsa”, del Politecnico di Torino. Realizzato in soli sei mesi da 21 studenti di età media 23 anni, il cui lavoro viene riconosciuto a livello di tirocinio o tesi, il veicolo, dal design molto accattivante, ha un motore elettrico alimentato da una fuel cell a idrogeno, due ruote anteriori sterzanti e una posteriore motrice, ha il telaio portante in tubolare di acciaio al carbonio ad alta resistenza e una carrozzeria in fibra di carbonio non strutturale per un totale di 60 chilogrammi a vuoto, e raggiunge una velocità massima di 48 km/h. Sempre della categoria prototipi il veicolo alimentato a benzina “One step” del team Energy and Motion dell’Itis Alessandro Rossi di Vicenza, per la prima volta alla manifestazione, che si è classificato primo tra i team italiani ottenendo come miglior risultato 242 chilometri con un litro di benzina.

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