L’apocalisse cosmica può attendere. E’ quanto suggerisce Pedro González-Díaz, ricercatore del Consejo Superior de Investigaciones Científicas di Madrid in un contributo di prossima pubblicazione su Physical Review D. Lo studio si inserisce in un vivace dibattito teorico nato cinque anni fa. Risale ad allora, infatti, la scoperta che la velocità di espansione dell’Universo aumenta nel tempo. Il fenomeno suggerisce l’esistenza nel cosmo di materia ed energia oscura capace di opporsi all’attrazione gravitazionale. Secondo un’équipe di ricercatori statunitensi, coordinati da Robert Caldwell, l’energia oscura prenderebbe poi un’ulteriore forma, indicata come “energia fantasma”. Questa teoria (che attende ancora di essere confermata sperimentalmente) prevede che questa forma di energia aumenterà nel tempo. Fino a diventare responsabile di un fenomeno catastrofico su scala cosmica, indicato col termine Big Rip (“Grande Strappo”). In pratica, tra circa 22 miliardi di anni, le forze responsabili dell’aggregazione della materia non saranno più in grado di mantenere uniti gli atomi. Secondo questa teoria, tutto si disintegrerà, a partire dagli ammassi di galassie, via via fino ai singoli atomi e allo spazio stesso. Il lavoro di González-Díaz, però, suggerisce che il Big Rip non è altro che un’ardita speculazione cosmologica. In sostanza, bisogna supporre che la materia fantasma soddisfi degli opportuni requisiti fisici. Se li si include, si può concludere che nulla impedisce che l’Universo continui a espandersi indefinitamente.(g.p.)
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