La prima nano-lampadina molecolare ha visto la luce all’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ismn-Cnr) di Bologna. Poche file di molecole ordinate verticalmente consentono di ottenere sorgenti luminose più intense e a minor consumo energetico di quelle attualmente in uso. Sfruttando le caratteristiche chimiche delle molecole è possibile generare una carica elettrica che si sposta 10.000 volte più velocemente degli attuali diodi, con una resa luminosa molto più elevata. “I nostri dispositivi per generare luce – spiega Michele Muccini, coordinatore della ricerca – utilizzano dei transistor a effetto di campo, nei quali le molecole vengono fatte spontaneamente allineare tra due elettrodi. L’elevato grado di ordine con cui si dispongono le molecole permette di raggiungere mobilità di carica e intensità luminose significativamente più elevate”. L’interesse industriale per la scoperta è molto forte come conferma la partnership dell’Ibm di Zurigo nella ricerca. “Questi prototipi, afferma Muccini, “possono rappresentare le agognate nano-sorgenti luminose da integrare nei chip di silicio nei computer di nuova generazione”. (b.s.)
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