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Il garante dello spazio: “Mi chiamano Man in black ma io non caccio gli alieni”

ROMA – Occhiali specchiati, espressione indecifrabile, abito scuro, auricolare nelle orecchie, neuralizzatore in mano. Professione: man in black. Ovvero l’uomo incaricato di proteggere la Terra da incursioni aliene. E non è solo un personaggio di fantascienza: l’agente K esiste davvero. Solo che è un po’ diverso da come ce lo ha mostrato il regista Barry Sonnenfeld nel film cult del 2007. Così come sono un po’ diverse le sue mansioni: il vero man in black è austriaco, ha 49 anni, è laureato in fisica ed è un padre di famiglia appassionato di arrampicata e immersioni. Si chiama Gerhard Kminek e lavora per conto dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Sulla porta del suo ufficio – al Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale a Noordwijk (Olanda) – c’è scritto “Planetary protection officer”, ossia “Ufficiale di protezione planetaria”: un ruolo, in verità, poco fanta e molto scientifico.

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Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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