Gare di velocità

    La “Ferrari” dei computer è ancora lui, il sistema del Lawrence Livermore National Laboratory, il laboratorio di ricerca dell’United States Department of Energy di Livermore, in California. Capace di gestire 478,2 teraflop al secondo (un teraflop corrisponde a un trilione di operazioni), Il Llnl mantiene la posizione di testa dell’ultima Top500, la lista dei 500 più potenti supercomputer del pianeta.

    La graduatoria – che viene aggiornata due volte all’anno, in giugno e novembre, in occasione dell’International Supercomputer Conference – pur confermando la supremazia del sistema Ibm BlueGene/L (di cui è dotato il Llnl), ha visto tuttavia ben cinque dei primi dieci posti occupati da nuovi sistemi. “Un fatto inusuale”, ha detto Jack Dongarra, dell’Università del Tennessee, uno dei quattro compilatori della lista. “Non era mai successo prima che una top ten fosse caratterizzata da così tante modifiche nello stretto giro di un semestre”.

    Il Llnl – la cui potenza di calcolo supera di circa tre volte il secondo classificato Jugene, la macchina del centro di ricerca di Jülich in Germania, capace di elaborare ‘soltanto’ 167,3 teraflops al secondo – è gestito dall’Università della California e viene utilizzato nell’ambito della ricerca sulle armi atomiche per conto del governo statunitense. “I supercomputer verranno sempre sfruttati per la ricerca sugli armamenti”, continua Dongarra, “ma ciò non toglie che il 57 per cento delle macchine di quest’ultima Top500 trova applicazioni in ambiti strettamente industriali, percentuale che in futuro è destinata ad aumentare, come sempre più scienziati richiedono”. Jugene, del resto, non è solo il secondo classificato, ma anche il più veloce supercomputer civile del mondo.

    Il quarto posto va invece all’indiano Eka del Computational Research Laboratories del Tata Group, con i suoi 118 teraflop al secondo. Stando alle previsioni, la barriera del petaflop (mille teraflop) sarà presto superata grazie al computer che l’Ibm sta sviluppando presso il Los Alamos National Laboratory in New Mexico. Data prevista: 2009. (l.s.)

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