Due anni fa si è conclusa la prima fase del Progetto Genoma Umano, la sequenza preliminare del codice genetico degli esseri umani. Se le aspettative degli esperti e degli scienziati coinvolti dal progetto devono ancora essere verificate, quello che è certo è che la genetica contemporanea ha sollevato nell’opinione pubblica un ampio e spesso mal documentato dibattito. Concetti come clonazione, proprietà privata della ricerca, privacy e ingegneria genetica, solo per citarne alcuni, sono stati per un lungo periodo, e sempre di più lo saranno in futuro, questioni al centro della riflessione e delle preoccupazioni di tutti noi.Ecco allora che l’arte, oltre al suo valore intrinseco, potrebbe anche essere un espediente per riflettere sulle questioni sollevate dalla scienza, un catalizzatore per programmi pubblici che discutano più approfonditamente e in modo più organico i nuovi problemi e le nuove incertezze legate alla ricerca biologica.La mostra Gene(sis) – Contemporary Art Explores Human Genomics, organizzata a Seattle dall’Henry Art Gallery (6 aprile – 25 agosto 2002), nasce proprio per esplorare questa possibilità e presenta i nuovi sviluppi della genomica così come sono stati elaborati da alcuni artisti internazionali.”Gene(sis) – dicono i curatori della mostra – è un esempio dell’impatto della genetica sull’arte e sul rapporto artista-soggetto. La genomica sta offrendo agli artisti nuovi strumenti, nuovi materiali e nuovi problemi da sottoporre a una riflessione critica. Per raccontare le potenziali implicazioni della ricerca genetica abbiamo raccolto più di 50 opere e installazioni, spesso realizzate insieme a specialisti in robotica e biologi molecolari. La mostra è il prodotto di un lavoro multidisciplinare durato più di tre anni, abbiamo coinvolto artisti, scienziati, storici, esperti di bioetica, rappresentanti dell’industria e del mondo dell’arte contemporanea”. L’esposizione è divisa in quattro temi:
Ma, proprio per il suo aspetto multidisciplinare, la mostra è collegata anche a un ciclo di dibattiti pubblici in cui intervengono alcuni dei protagonisti degli ultimi anni, tra cui Leroy Hood e Maynard Olson. Il progetto Gene(sis) è quindi molto vasto e include, oltre alle opere presentate nella mostra, alcune delle quali commissionate per l’occasione, e ai programmi pubblici di discussione, un’ampia attività multidisciplinare abbastanza rara per un’istituzione museale, sconosciuta in Italia. Perché, come dice Robin Held, uno dei curatori della manifestazione, oggi un museo deve funzionare a “doppio binario”, deve essere un luogo dove esporre e riflettere: “Abbiamo sfruttato il potere dell’arte contemporanea di provocare, di mettere in dubbio e articolare nuovi paradigmi. Contemporaneamente però abbiamo cercato di porre le basi per una comprensione più profonda e per una discussione più ampia sulle questioni poste dalla genomica”.È forse naturale che il luogo di nascita di un esperimento di questo genere sia la città di Seattle, sede di un’università prestigiosa come la University of Washington e di tante industrie hi-tech e biotecnologiche. Ma questo è solo un punto di partenza. L’esposizione, che durerà almeno due anni, dopo l’estate diventerà itinerante, con eventi in tutti gli Stati Uniti. Le tappe più importanti saranno presso il Berkeley Art Museum, California (26 agosto – 16 novembre 2003) e il Frederick Weisman Museum of Art, Minneapolis (25 gennaio – 2 maggio 2004). Purtroppo non sono previste date europee.Gene(sis). Contemporary Art Explores Human GenomicsA cura di Robin Held6 aprile – 25 agosto 2002Henry Art Gallery, Seattle (Usa)
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Scusa sapresti dirmi dove posso trovare qualcosa di più su questa mostra?