Gli antichi romani avevano un sogno: semplificare il più possibile la vita quotidiana per assicurare a tutti i cittadini un generale benessere. Per questo si sono dedicati con una perseveranza mai più eguagliata alla costruzione di opere di pubblica utilità come gli acquedotti, le terme, le fognature. Ma come facevano a realizzarle? Ovvero, sulla base di quali scoperte tecnico scientifiche si è potuta sviluppare l’antica Roma? La mostra Machina. Tecnologia dell’Antica Roma nasce proprio per dare risposta a queste domande.
Oltre 100 esempi della tecnologia che ha reso grande l’Impero romano saranno in mostra nella Capirale fino al 5 aprile nelle sale del Museo della Civiltà Romana www.museociviltaromana.it : reperti archeologici, ricostruzioni virtuali e ma soprattutto riproduzioni in scala che possono essere toccate e messe in funzione. Protagoniste della mostra didattico-scientifica, curata da Rita Correnti Percivalli dell’Associazione Piazza Duomo di Spoleto, sono infatti le macchine: da quelle per costruire ponti e acquedotti, a quelle per combattere in guerra, dalle tecnologie per facilitare gli spostamenti a quelle per misurare lo spazio e il tempo, dagli attrezzi per coltivare i campi, agli strumenti per curare i malati, ai marchingegni per allietare il tempo libero.
“L’obiettivo è di creare un’interattività tra il visitatore e le macchine dove sono messi in evidenza i principi fisici che ne regolano il funzionamento” spiega Gabriele Niccolai, l’artigiano fiorentino che, ispirandosi al De architectura di Vitruvio, è riuscito a ridare vita alle macchine romane utilizzando, quando possibile, i materiali originali: legno di abete bianco e faggio cosparso di pece vegetale (resina di pino rosso) per proteggere la superficie dalla intemperie, tessuti animali o formaggi come colla, oli vegetali come solventi.
Attraversando le 11 sezioni tematiche si incontrano l’aratro a rotelle, una gru vitruviana inventata nel I secolo d. C., mulini ad acqua, torri d’assalto, podometri navali per misurare le distanze percorse in mare, piattaforme girevoli. Nella sezione “Tecnologia nella medicina” troviamo la fondamentale invenzione del valetudinarium, l’ospedale da campo.
Ma ai romani, si sa, piaceva anche divertirsi e la tecnologia utilizzata negli spazi dedicati al tempo libero non è certo meno ingegnosa di quella utilizzata in altri ambienti. Basta vedere l’ascensore per le fiere del Colosseo, o il funzionamento del velum (la copertura dei teatri) o dell’auleum (il sipario), o ancora i vasi di risonanza per amplificare la voce degli attori.
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