Per la prima volta è stata misurato la variazione di luminosità di stelle diverse dal Sole dovuta ai cambiamenti della loro temperatura. Grazie al satellite CoRoT (Convection rotation and planetary transits), un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall’Osservatorio Lesia-Cnrs di Parigi sono riusciti a determinare in dettaglio quanto oscillano le stelle più calde del nostro Sole e ad intuirne le dinamiche interne. Ma i risultati sono diversi da quelli previsti. Anche l’Italia ha partecipato allo studio, con il contributo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).
Le variazioni di luminosità riflettono cambiamenti di temperatura all’interno degli astri: quando il calore dal nucleo arriva in superficie, infatti, la stella vibra. Alcune parti esterne si espandono e quindi si raffreddano, mentre altre si contraggono e si riscaldano. Secondo i dati riportati su Science, le vibrazioni di tre corpi più caldi del Sole (con una massa superiore del 20-40 per cento) si sono rivelate più ampie di 1,5 volte rispetto a quelle della nostra stella, ma più deboli rispetto a quanto previsto dai modelli teorici (25 per cento in meno). Questo, secondo gli astrofisici, dimostra che non conosciamo ancora perfettamente i meccanismi di trasformazione dell’energia nelle stelle, dalla circolazione del calore, ai cambiamenti di densità dei gas.
Le rilevazioni sono state effettuate dagli strumenti di CoRoT, satellite lanciato nel 2006 e in orbita a circa 900 chilometri di altezza. La sonda supera le difficoltà dei telescopi terrestri che devono seguire i cicli di notte e giorno, visto che le osservazioni accurate delle vibrazioni necessitano di lunghi periodi di buio. Il nuovo campo dell’asterosismologia, che studia proprio la vibrazione delle stelle, potrebbe accrescere la conoscenza della struttura interna degli astri. (a.g.)
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