La legge sulla procreazione medicalmente assistita lede l’indipendenza di giudizio del medico. E’ quanto ha sostenuto il consiglio della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici chirurgici e degli odontoiatri (FnomCeo) in una conferenza stampa svoltasi a Roma. Imponendo delle linee guida vincolanti, infatti, la legge limita la libertà del medico, costringendolo a scelte che contrastano con le acquisizioni della scienza e con l’interesse del paziente. “Come organo ausiliario dello Stato non possiamo prendere parte al fronte referendario”, spiega Giuseppe Del Barone, presidente della Federazione, “ma opereremo affinché si instauri un confronto tra tutti i soggetti interessati alla procreazione”. Sotto accusa in particolare le norme che vietano la diagnosi pre-impianto, che prevedono l’obbligo dell’impianto e molteplici cicli induttivi per la donna in caso di insuccesso. Il Consiglio, inoltre, ha lamentato il ruolo marginale e di stampo notarile affidato alla FnomCeo e agli Ordini provinciali nell’ambito del programma ministeriale di Educazione Continua in Medicina (Ecm). “Vogliamo avere un ruolo importante come garante della salute dei cittadini”, spiega Vincenzo Amato, vicepresidente della FnomCeo. Se il Ministero non interverrà, anche attraverso la revisione del decreto sulle società scientifiche del 31 maggio 2004 che assegna un ruolo marginale alla Federazione, i medici che ricoprono dei ruoli istituzionali minacciano dimissioni irrevocabili come forma di protesta. (r.p.)
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