Categorie: Salute

Il “cavallo di Troia” dell’Hiv

Il “cavallo di Troia” di cui si serve il virus HIV per infettare le cellule del sistema immunitario è l’emerina, una proteina presente sulla parete che circonda il nucleo cellulare. In assenza di emerina, il virus non riesce a penetrare nel nucleo della cellula e replicarsi. Queste sono le conclusioni di uno studio condotto da Mario Stevenson e Jean-Marc Jacquel, ricercatori del Massachusetts University Medical Center (Usa), riportate in un articolo pubblicato su Nature. Nel corso dello studio, gli scienziati hanno “scatenato” il virus Hiv su cellule del sistema immunitario in cui l’emerina era stata inibita, osservandone gli effetti di replicazione. In assenza di emerina, l’Hiv penetrava difficilmente nel nucleo ospite e trovava quasi impossibile inserirsi all’interno del Dna nucleare. Senza questo inserimento la replicazione dell’Hiv falliva e falliva pure molto del suo lavoro di danneggiamento della cellula. Studi su farmaci o su altre molecole in grado di contrastare la capacità dell’Hiv di interagire con l’emerina potrebbero quindi costituire nuove strade per contrastare il flagello dell’Aids, sostengono gli scienziati. I quali hanno notato inoltre che chi soffre della Distrofia Muscolare di Emery – Dreifuss, dovuta alla mutazione di un gene che codifica l’emerina, potrebbe rivelare evidenze interessanti di resistenza all’Hiv, confermando i risultati sperimentali. (g.c.)

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