Il mio cuccioloè virtuale

    I bambini vi chiedono un cucciolo per Natale? Oppure lo vorreste voi, ma inorridite all’immaginare pulci e cattivi odori, tappeti devastati, passeggiate notturne sotto la pioggia, visite dal veterinario? Da quest’anno – per fortuna o purtroppo – la soluzione c’è. Non è quella del vecchio peluche, surrogato immobile e sorpassato, ma, naturalmente, quella dei virtual pets, i cuccioli elettronici che, dal Tamagotchi in poi, impazzano da qualche tempo nelle mani dei bambini e sulle pagine dei giornali.

    E Internet, casa accogliente di tutte le virtualità, non poteva che adottare i nuovi venuti. Così, se volete allevare un cucciolo ancora più immateriale di quelli in plastica e pile tanto caro ai bambini giapponesi, in rete trovate molteplici versioni Java del Tamagotchi. Se invece state ancora piangendo la scomparsa del vostro amico a cristalli liquidi, fioccano sul web i cimiteri virtuali: potete scegliere il loculo più adatto, la lapide e persino la marcia funebre.

    In effetti, sbirciare fra le iscrizioni tombali lasciate da inconsolabili padroni virtuali è uno spassoso passatempo natalizio. C’è posto per tutti i sentimenti: si va dal rimorso (“Non avrei mai dovuto affidarti agli amici, ti prego, perdonami”), alla recriminazione postuma (“Ci mancherai per sempre… ma perché hai voluto mangiare tutte quelle maledette volte?”), al dubbio scientifico (“Non mi riconosceva più… forse i Tamagotchi si ammalano di Alzheimer?”), all’eutanasia (“Ti ho resettato, così che tu potessi porre fine alla tua miserabile vita”), alla beffa (“Eri così stupido. Sapevo che saresti morto giovane… Ah, ah!”), agli amori difficili (“Eri il più orribile dei Tamagotchi, ma ti amavo. Mi dispiace averti lasciato tre notti a razzolare nei tuoi stessi escrementi…”).

    Ma se pensate che i cuccioli virtuali siano solo Tamagotchi, o che si tratti soltanto di un gioco, sbagliate di grosso. Perché in rete potete adottare esseri di ogni sorta: maialini, pesci, draghi, fantasmi, bubble-gum, scimmie, porcellini d’India, ragni, ranocchi. E, soprattutto, perché dietro alcuni virtual pets si nascondono i ricercatori di una nuova scienza: la Artificial Life.

    Mentre esplorate un’isola virtuale alla ricerca di strane forme di vita, o visitate il nuovissimo “Cyberpets hotel”, sappiate che alcuni degli esseri che si animano sullo schermo sono gli ultimi, promettenti figli di un sogno vecchio di decenni: quello dell’Intelligenza Artificiale. E cioè dare vita a programmi che sappiano imparare, interagire in maniera intelligente col mondo esterno, esprimere emozioni.

    Impossibile? Nessuno può dirlo, per ora. Fatto sta che le università di tutto il mondo, le grandi multinazionali dell’entertainment, dell’animazione e della computer graphic stanno investendo miliardi sulla vita artificiale o sugli agenti intelligenti, programmi in grado di selezionare le e-mail in arrivo in base ai nostri gusti, di interagire con programmi in rete per cercare per noi le notizie di cui abbiamo bisogno, di simulare la mimica facciale di una persona e le sue emozioni, di fingersi esseri umani e agire sulla rete come impiegati, consulenti, psicologi.

    Se volete un assaggio, provate come salvaschermo i cuccioli di Dogz o Catz: potete giocarci, dar loro da mangiare, coccolarli o sgridarli. Vi accorgerete che ognuno ha un suo carattere, i suoi giochi preferiti, una maniera particolare di interagire con voi e gli altri cuccioli. Soprattutto, scoprirete che queste bestioline imparano proprio come animali in carne ed ossa.

    E già esistono intere comunità di esseri virtuali: i Norn hanno un intero paese in cui crescere, riprodursi e morire. Ognuno con i suoi gusti, i suoi affetti, le sue capacità. E, come da noi, i figli assomigliano ai genitori, ma non troppo: le mutazioni assicurano al mondo dei Norn quella varietà e quella dose di imprevedibilità che siamo abituati a considerare estranee al mondo dei computer.

    Chissà allora che presto non si inverta la situazione. Anziché umani affezionati ai loro piccoli cuccioli elettronici, con cimiteri e zoo virtuali annessi, potremmo vedere un giorno creature cibernetiche affacciarsi e guardarci dallo schermo del computer. Preoccupate per la nostra influenza o offese perché ci siamo dimenticati di augurargli un Buon Natale.

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