Il Mondiale dei robot

    Parigi. Il Grande Evento avrà luogo l’8 luglio. Le due squadre scenderanno in campo al meglio della loro preparazione, pronte a tutto pur di vincere la prestigiosa coppa. Le tifoserie sugli spalti dello stadio francese faranno un baccano memorabile, sventolando bandiere e facendo la ola, nella migliore tradizione calcistica. Anche le televisioni si sono accaparrate i diritti di trasmissione, e i cameramen da bordo campo riprenderanno i giocatori in ogni minimo dettaglio: il loro volto trasfigurato dalla gioia dopo aver segnato un goal, la loro corsa sfrenata sotto la curva, il viso attonito del portiere appena sconfitto. Non una finale della Coppa del Mondo di calcio animata da giocatori in carne ed ossa, ma da robot. Si chiama Robocup ‘98 ed è l’ultimo esperimento partorito dal LegoLab, il settore di ricerca della casa danese che produce i famosi “mattoncini”. Un esperimento in cui tutto – lo stadio, i giocatori, i 1500 spettatori, i cameramen, persino la palla – è costruiti con i Lego Mindstorms RCX (ovvero Robot Control System), mattoncini “intelligenti” all’interno dei quali sono inseriti dei chip programmati in CPL, linguaggio sviluppato al Dipartimento di Intelligenza artificiale dell’Università di Edinburgo, in Scozia. A batttersi per la vittoria saranno quindi dei robot in miniatura, alti una ventina di centimetri, in grado di simulare perfettamente alcune caratteristiche del comportamento umano.

    Le radici di questo esperimento affondano nelle ricerche sulla “vita artificiale”. Una scienza giovane che nata dall’incontro tra diverse discipline (la robotica, l’intelligenza artificiale, gli studi sulle reti neurali, la psicologia, e così via) e che ha lo scopo di riprodurre in ambienti controllati le particolarità dei sistemi viventi. Rispettandone, per quanto possibile, tutte le varianti che li caratterizzano nella vita reale.
    Henrik Lund, direttore del LegoLab presso il Dipartimento di Computer Science all’Università di Aarhus, in Danimarca, annuncia che “la RoboCup 98 si terrà alla Città della scienza di Parigi, la Villette, in concomitanza con le fasi finali dei mondiali veri, dal 4 all’8 luglio”. E, puntualizza, sarà una competizione in piena regola: “nessuno di noi può prevedere quale delle due squadre vincerà, perché a guidare le scelte di questi ‘sistemi intelligenti’, cioè dei giocatori fatti da mattoncini, saranno diverse variabili: la loro posizione in campo, la posizione della palla, la distanza dalla porta avversaria e così via”. A fornire questi dati ai robot-calciatori ci penserà una struttura a infrarossi sospesa al centro del campo di gioco, anch’esso in Lego, largo 2,5 per 3,5 metri.

    Ma all’evento si potrà anche partecipare, naturalmente dopo aver applaudito i robot nella partita dimostrativa. In un’altra sala della Villette verrà infatti predisposto uno spazio per chi vorrà cimentarsi con la robotica: sotto la guida dei ricercatori dell’Università danese il pubblico potrà assemblare gli “ingredienti” – mattoncini, insieme a sensori, chip, motori, computer – per costruire altri robot. “Per il momento si tratta solo di esperimenti”, racconta Luigi Pagliarini, psicologo italiano e ricercatore del LegoLab, ma la casa produttrice di questi particolari “mattoncini intelligenti” vuol bruciare le tappe e pensa a metterli sul mercato il prossimo autunno. Naturalmente quelli che arriveranno nei negozi di giocattoli saranno robot più semplificati rispetto a quelli esibiti alla Villette; ma il meccanismo di costruzione resterà lo stesso: bambini e genitori potranno scrivere il loro programma al computer e poi trasferirlo con un collegamento al chip del mattoncino. “In un certo senso, abbiamo fatto uscire i videogiochi dal Pc di casa, e li abbiamo inseriti nella vita reale”, continua Pagliarini, “ma con qualche innovazione. Il vecchio joystick andrà in cantina, e a regolare le azioni dei robot sarà una torre a infrarossi esterna al computer, che invierà le informazioni direttamente ai chip contenuti nei mattoncini Lego”.

    Le emozioni che regalerà la RoboCup 98 sono solo l’ultimo tassello di una lunga serie di dimostrazioni “agonistiche”, passate e future. Altri appuntamenti si terranno a Stoccolma nel 1999, negli Stati Uniti nel 2001 e in Giappone l’anno successivo.

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here