Categorie: Spazio

Il naso di Curiosity a lavoro su Marte

Dopo le foto e i primi passi sul Pianeta Rosso, per Curiosity, il rover inviato dalla Nasa su Marte per studiarne i segreti, è tempo di dare un’annusata all’atmosfera. Da oggi, il veicolo ha iniziato ad aspirare l’aria marziana e, grazie al modulo Sam (Sample Analysis at Mars), sta raccogliendo dati preziosissimi sulla sua composizione chimica. 

Si tratta della prima volta, dopo lo sbarco di Viking nel 1976, che la chimica dell’atmosfera viene analizzata direttamente dalla superficie del pianeta. Per ora, gli scienziati non si aspettano particolari sorprese: se i dati di Viking fossero confermati, l’elemento dominante dovrebbe essere l’anidride carbonica. 

È invece più interessante la questione sulla presenza del metano (ne avevamo parlato anche qui): il gas, già osservato dai telescopi terrestri, ha normalmente una vita abbastanza breve, di qualche centinaio di anni circa. Se Curiosity dovesse sentire odore di metano nell’aria, ci sarà da chiedersi, quindi, qual è la sorgente che continua a produrlo. Secondo gli scienziati, non è del tutto escluso che il metano possa avere origine biologica

Il vicedirettore del progetto Joy Crisp sostiene che i dati saranno a disposizione già la settimana prossima, ma che comunque serviranno ulteriori analisi prima di poter esprimere un parere definitivo sull’origine dell’eventuale metano marziano: “Sam può rivelare il metano anche quando è presente in proporzione di una parte su un trilione. I valori che ci aspettiamo, basandoci sulle misure provenienti dal satellite in orbita attorno a Marte, dovrebbero essere dell’ordine di decine di parti del milione, quindi ampiamente rivelabili da Curiosity. Ma abbiamo appena iniziato a usare Sam, che è uno strumento piuttosto complicato, e c’è bisogno di fare ordine nei dati che continuiamo a ricevere”. 

Nel frattempo, tra un’annusatina e l’altra, gli ingegneri vogliono iniziare a fare pratica con l’utilizzo delbraccio robotico di Curiosity nelle condizioni di gravità ridotta: “La gravità su Marte è circa il 38 per cento rispetto a quella terrestre”, sostiene Matt Robinson, capo ingegnere per lo sviluppo dell’arto. “Nelle condizioni a cui siamo abituati, il braccio è capace di compiere movimenti fino a raggiungere una posizione pre-impostata. Ma su Marte la gravità è minore: per questo abbiamo sviluppato un software di compensazione che ricalcola istantaneamente la traiettoria del braccio per ottenere il corretto posizionamento della torretta. Parte del nostro allenamento è accertarci che l’algoritmo funzioni correttamente”. 

Dopo questa fase, Curiosity si rimetterà in cammino verso est. Percorrerà altri 300 metri, fino ad arrivare a Glenelg, un luogo considerato favorevole per studiare la composizione geologica del cratere dove il rover è atterrato. Durante la passeggiata, gli scienziati avranno modo di provare altri strumenti dell’ampia dotazione di Curiosity, tra cui Mahil (Mars Hand Lens Imager), una telecamera, capace di osservare minerali rocciosi fino alla dimensione di un granello di polvere di talco, e Chimra (Collection and Handling for Interior Marrian Rock Analysis), una sorta di pala che raccoglierà un campione di terra, conservandola all’interno del corpo del robot.

via wired.it

Credit immagine: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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