In gergo si chiama donatore samaritano. È un benefattore che spontaneamente e gratuitamente decide di donare (in vita) un organo a uno sconosciuto. E in Italia, a Milano, è stato appena eseguito il primo trapianto di questo tipo: una donna ha donato il proprio rene a una persona di cui non conosceva l’identità. Si tratta di un evento particolarmente importante e significativo, perché il trapianto ha innescato la cosiddetta catena di cross over, una specie di effetto a cascata, grazie al quale sono state effettuate altre 5 operazioni in Italia.
Come racconta al Centro Trapianti Rene e Pancreas di Padova, “in caso di incompatibilità di gruppo sanguigno, o in caso di positività del cross match, alla coppia donatore-ricevente può venire proposto di entrare nel protocollo nazionale cosiddetto cross over”. Il Giornale Italiano di Nefrologia spiega come funziona: “Il trapianto di rene da donatore vivente in modalità incrociata o cross over è un opzione di trapianto che si realizza tra donatore e ricevente non consanguinei né emozionalmente relati. Lo si attua quando una coppia affettiva (consaguinea o emozionalmente relata) si riveli biologicamente incompatibile a eseguire la procedura di trapianto standard; in presenza di almeno un’altra, o più coppie, che presentino un problema analogo, i donatori e i riceventi delle singole coppie si incrociano in base a criteri di compatibilità biologica in modo da superare il problema originario che ostacolava il trapianto”.
In parole povere: supponiamo che A-B e C-D siano due coppie donatore-ricevente, ma A sia incompatibile con B e C sia incompatibile con D. Il meccanismo del cross over permette, in caso di compatibilità incrociata, di effettuare trapianti di rene da A a D e da C a B. L’operazione dalla donatrice samaritana ha “sbloccato” una situazione del genere, permettendo così di effettuare cinque trapianti in modalità cross over. Una procedura che, raccontano ancora gli esperti, “viene effettuata nel completo rispetto dell’anonimato, e gli interventi chirurgici vengono eseguiti nel centro in cui sono iscritti i candidati al trapianto. Potrebbe pertanto avvenire che il donatore e il ricevente vengano operati da équipe diverse in centri diversi, seppure in contemporaneità”.
Come spiega il Corriere, l’approvazione alla donazione samaritana è arrivata in Italia nel 2010, a seguito dei pareri favorevoli del Consiglio superiore di sanità e del Comitato nazionale di bioetica, fermo restando “la valutazione psicologica e psichiatrica del donatori, il rispetto della privacy e l’assenza di contatti tra donatore e ricevente”.
Via:Wired.it
Credits immagine: mallix/Flickr CC
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