In pericolo 13 milioni di bambini

Una nuova guerra in Iraq avrebbe un impatto disastroso sulla popolazione e in particolare sui bambini. È quanto emerge dal rapporto dell’International Study Team, un’associazione di ricercatori, accademici e operatori umanitari, che ha svolto un’indagine su campo delle condizioni sanitarie dei civili iracheni. Raccogliendo dati provenienti da varie fonti tra cui le Nazioni Unite, associazioni non governative nazionali e internazionali, e membri del governo iracheno, e intervistando direttamente i cittadini. Il risultato è che la maggior parte dei 13 milioni di bambini iracheni versa già in condizioni precarie di salute fisica e mentale, in seguito agli effetti della guerra del Golfo, e sarebbero quindi oggi molto più vulnerabili a un eventuale nuovo conflitto. Almeno 500 mila sono gravemente denutriti o sottopeso e la mortalità infantile al di sotto dei 5 anni di età è più che raddoppiata rispetto al 1990. I dati parlano poi di 16 milioni di civili (circa il 60 per cento della popolazione totale), 8 milioni dei quali si stima siano bambini, che dipendono dalle razioni di cibo distribuite dallo Stato, un sistema che sarebbe compromesso in caso di intervento militare. Dati confermati anche da Medact, associazione che riunisce medici, infermieri e personale sanitario, che ha inoltre messo in evidenza i rischi in termini di salute derivanti dall’insufficienza delle infrastrutture, non adatte a fronteggiare situazioni di emergenza, poiché già gravemente danneggiate dalla precedente guerra. (v.n.)

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