Un futuro per la ricerca. L’hanno chiesto oggi i ricercatori scesi in piazza in tutta Italia con uno sciopero contro la riforma Moratti. Un rumoroso e colorato corteo ha invaso le strade di Trastevere a Roma, terminando di fronte al Ministero dell’Istruzione. Anche in altre città la protesta, indetta dalla Rete Nazionale dei Ricercatori Precari insieme ai sindacati confederali, ha avuto una grande adesione, anche da parte degli studenti. Gli obiettivi sono il ritiro della riforma, l’incremento dei finanziamenti pubblici per la ricerca e l’aumento dei posti a tempo indeterminato, ponendo fine allo sfruttamento del precariato nella ricerca. Come è stato sottolineato più volte nell’assemblea nazionale dei ricercatori precari, che si è svolta all’Università di Roma III nel pomeriggio, sono i giovani precari dai 28 ai 35 anni che di fatto rendono possibile la ricerca, nonostante i bassi stipendi (1.000 euro al mese nel migliore dei casi). Con l’esempio dei colleghi francesi, che hanno imposto al governo la creazione di mille nuovi posti a tempo indeterminato, i ricercatori italiani hanno rilanciato una nuova di mobilitazione, destinata a confluire il 15 maggio nella grande manifestazione contro la ministra Moratti che unirà le proteste delle scuole di ogni ordine e grado, dell’università e degli enti di ricerca. (m.c.)
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