Come per la medicina anche il Nobel per la fisica viene assegnato quest’anno a tre scienziati: Eric Cornell, Wolfgang Ketterle e Carl Wieman. Vincenti sono risultati i loro studi sui condensati di Bose-Einstein: uno stato estremo della materia tipico di alcuni gas portati a temperature bassissime e regolato dalle leggi della meccanica quantistica. Gas studiati per la prima volta nel 1924 dal fisico indiano Bose che sottopose i suoi studi a Einstein. E che a sua volta predisse esattamente il comportamento dei gas dimostrato però solo nel 1995 dai tre ricercatori oggi insigniti del Nobel. In un condensato di Bose-Einstein gli atomi si dispongono nello stato di energia minimo e si muovono all’unisono. Cornell, del National Institute of Standards and Technology americano, e Wieman, dell’Università del Colorado, hanno prodotto un condensato puro di due mila atomi di rubidio alla temperatura di 20 nanokelvin, cioè 0,00000002 gradi sopra lo zero assoluto. Indipendentemente Ketterle, ricercatore al Massachusetts Institute of Technology, ha realizzato un condensato con le stesse caratteristiche ma con atomi di sodio. La conoscenza e il controllo di questo stato della materia troverà applicazioni nei campi delle misure di precisione e delle nanotecnologie. (l.g.)
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