La legge che non c’è

Al più presto una legge organica sul diritto d’asilo. È quanto chiederanno venerdì prossimo a Roma i relatori della tavola rotonda “Diritto d’asilo: una questione aperta”, organizzata da Programma Integra dell’Assessorato alle Politiche Sociali in collaborazione con Progetto Diritti Onlus. “Siamo l’unico paese dell’Unione Europea a non avere una normativa specifica che garantisca e salvaguardi i diritti dei nuovi cittadini” dice Maurizio Saggion di Integra.

Con i 20.000 rifugiati attuali e un numero di richieste d’asilo che oscilla dalle 8.000 alle 10.000 all’anno, l’Italia è interessata dal fenomeno in maniera del tutto marginale rispetto ai partner europei (la Germania ospita 700.000 rifugiati, il Regno Unito 393.000, la Francia 150.000). “Si tratta di cifre gestibilissime che, al contrario di quanto inducono a pensare gli allarmismi mass mediatici, non richiedono provvedimenti di emergenza”, prosegue Saggion. Invece finora si è proceduto  senza alcuna pianificazione, a suon di decreti legge, adottati per affrontare di volta in volta quelle circostanze critiche non contemplate nelle varie normative sull’immigrazione (la Bossi Fini attualmente in vigore dedica al diritto d’asilo solo due articoli).

La futura futura legge dovrà articolarsi a partire da alcuni punti fermi: una ragionata distribuzione sul territorio delle Commissioni  (attualmente sono sette) incaricate di valutare le richieste e chiare indicazioni su come garantire l’accoglienza e l’integrazione dei cittadini le cui richieste vengano accolte, ma anche, e soprattutto, di quelli a cui vengano rifiutate. Tra l’aprile 2005 e il febbraio 2006 il 44 per cento delle domande d’asilo sono state respinte, con il  riconoscimento, però, di un permesso di permanenza per ragioni umanitarie della durata di un anno. (g.d.o.)

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