Uno spettacolo teatrale sulla longitudine. Che per molti è solo una serie di strisce che tagliano a fette il mappamondo. Ma che per secoli costituì un oscuro oggetto del desiderio per gli stati, una chimera per i marinai, un sogno per gli scienziati. Un argomento indubbiamente insolito, ma invitante, a partire dal titolo: “Il tempo al di là del mare: l’appassionante storia della misura della longitudine”. A presentarlo in anteprima nazionale lunedì e martedì al Teatro della Tosse di Genova sarà la compagnia fiorentina “I Fratellini”, nell’ambito della manifestazioni del Congresso dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia (INFMeeting, Genova 12-16 giugno). Le rappresentazioni proseguiranno poi in altre città a partire dal prossimo settembre. Il testo, liberamente tratto dal libro “Longitudine” dell’americana Dava Stobell, è di Annalisa Bianco. A ispirarlo la storia di John Harrison, un oscuro orologiaio inglese che all’inizio del ‘700 scoprì il metodo per misurare la longitudine, cosa fino ad allora considerata praticamente impossibile dall’establishment scientifico. Invece di incensarlo per la scoperta, gli accademici, gelosi del genio del povero artigiano, gli fecero la guerra. Tanto che solo in punto di morte l’orologiaio ebbe un riconoscimento (seppur non ufficiale) da parte di Re Giorgio V. Il classico scontro tra fantasia e potere, insomma. Che ora viene messo in scena per un esperimento di divulgazione scientifica fuori dalla norma. (v.cam.)
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