Per il presunto concepimento di Eva, la Clonaid, la società per la clonazione umana fondata nel 1997 da Rael, leader del movimento raeliano, avrebbe usato una macchina molto simile a quelle presenti nei laboratori genetici di tutto il mondo. Uno strumento del tutto “normale”, un Rmx2010, che la scorsa settimana ha fatto la prima apparizione pubblica al Science Museum di Londra, quasi per supportare le affermazioni della società. Questa macchina ordinaria che – stando alle dichiarazioni dei portavoci della Clonaid – avrebbe prodotto il primo clone umano è molto simile a quella già impiegata per clonare la pecora Dolly e sfrutta la stessa tecnica, cioè l’elettrofusione, con l’aggiunta di qualche leggero miglioramento. La corrente elettrica generata dallo strumento permette infatti la fusione tra un ovulo svuotato del suo Dna e una cellula adulta contenente il Dna dell’essere che si vuole clonare. Ma nonostante sia stato reso pubblico lo strumento e la tecnica impiegata per la presunta clonazione di Eva, i dubbi della comunità scientifica sull’esperimento non sono stati scalfiti. E anche questa mossa della Clonaid appare come l’ennesimo tentativo da parte della Clonaid di farsi pubblicità. “In assenza delle evidenze biologiche, le proprietà della macchina restano discutibili e non provano nulla”, ha commentato Azim Surani, biologo cellulare dell’Università di Cambridge (GB). (r.p.)
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