Come affrontare l’emergenza della contaminazione ambientale da uranio? Una nuova molecola organica a forma di “pac-man” (il famoso videogioco degli anni Ottanta), sintetizzata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo (G.b.), potrebbe aiutare a risolvere il problema dello smaltimento dei pericolosi residui. Questo pesante metallo, infatti, rappresenta una minaccia all’ambiente non solo per la sua radioattività, ma anche e soprattutto per la sua elevata tossicità, e la sua lunga persistenza nelle acque lo rende un contaminante pericoloso.
In natura, l’uranio si lega fortemente a due atomi di ossigeno formando il biossido di uranio, un composto altamente solubile in acqua. Inoltre, il legame tra uranio e ossigeno è molto forte: questo rende la molecola difficile da degradare e ne spiega l’elevata persistenza nell’ambiente.
Il nuovo composto organico creato da Polly Arnold e presentato su Nature, è in grado, proprio come un “pac-man”, di inglobare la molecola di biossido di uranio. In particolare, la sua “bocca”, composta da atomi di potassio, può “attaccare” uno dei due atomi di ossigeno come fossero le palline del videogioco. In questo modo il legame tra gli atomi viene indebolito e il composto nocivo può essere degradato più facilmente dagli agenti esterni.
Sebbene la molecola non sia ancora sufficientemente stabile per poter essere utilizzata, questo studio sembra fornire elementi molto interessanti per futuri sviluppi nel campo dello smaltimento dei rifiuti radioattivi. (m.f.)
Il colosso farmaceutico Johnson & Johnson pagherà 6,5 miliardi di dollari per chiudere le cause…
Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…
Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…
Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…
L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…
Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Leggi di più