La parola che batte la foto

Quanto piace un sito Internet? Di solito a questa domanda i gestori delle pagine Web rispondono sciorinando le centinaia di migliaia di contatti e di visitatori che possono vantare. Ma ma nemmeno il miglior contatore può capire cosa esattamente piace all’utente, quali sono le immagini o le informazioni che attirano di più la sua attenzione o che cosa cerca il navigatore in un giornale online. Ormai quasi un quarto dei lettori americani cerca in rete le proprie notizie quotidiane (nel ‘96 erano appena il 3 per cento) e sebbene complessivamente gli utenti di giornali digitali siano meno di quelli dei giornali cartacei (40 milioni contro 90) conoscere il più a fondo possibile questi utenti è sempre più importante.

Così, un gruppo di ricercatori della Stanford University, in collaborazione con il Poynter Institute, ha lanciato due anni fa lo Stanford Poynter Eyetrack Project. Per 40 ore 67 soggetti distribuiti nell’area di Chigago e St. Petersburg, in Florida, sono stati videoregistrati durante le loro navigazioni sul Web. Una speciale telecamera a raggi infrarossi seguiva gli spostamenti della pupilla, mentre una telecamera normale inquadrava lo schermo del computer. Incrociando le due registrazioni è stato possibile ricostruire il percorso visivo dell’utente telematico. E i risultati, ora disponibili, sono tutt’altro che scontati.

Dove cade l’occhio appena apriamo la pagina di un giornale online? Sorpresa: non sulle immagini e tantomeno sulla grafica, bensì sul caro, vecchio testo. I titoli sono gli elementi che più attraggono l’attenzione al primo impatto (92 per cento dei casi), indipendentemente dal colore del carattere. Segue la lettura delle notizie brevi (82 per cento), poi dell’intero testo dell’articolo e, solo in un secondo momento, l’attenzione torna sulle immagini (64 per cento). La grafica riscuote soltanto il 22 per cento dell’attenzione, mentre i banner pubblicitari arrivano al 45 per cento e vengono guardati in media per circa un secondo, ossia quanto basta per percepirli. Attenzione concentrata sul testo, dunque, anche se è probabile che le immagini e i dettagli grafici vengano comunque recepiti, anche senza che lo sguardo vi si fissi, come sfondo del campo visivo periferico.

Secondo Marion Lewenstein, responsabile del progetto e docente di Scienze della comunicazione alla Stanford University, questo è il primo dato che segna la differenza tra la lettura della carta stampata e quella delle notizie online. “Dieci anni fa”, spiega Lewenstein, “il Poynter Institute aveva condotto uno studio analogo sui quotidiani cartacei e i ricercatori avevano notato che erano proprio le immagini ad attirare l’attenzione del lettore, al contrario di quanto avviene nel caso dei quotidiani online”. Le ragioni di questa differenza sono da ricercarsi nella combinazione di più fattori: “probabilmente il tempo necessario a scaricare un’immagine online, la bassa risoluzione e le dimensioni ridotte delle stesse sono un deterrente”, aggiunge Lewenstein.

Quanto alle notizie che più fanno gola, anche in questo caso non mancano le sorprese. Per esempio emerge che anche le donne sono molto interessate allo sport: il 70 per cento del campione femminile legge la cronaca sportiva, anche se poi, a differenza degli uomini, non entra nel dettaglio. Crimini e disastri attirano invece l’interesse dell’80 per cento del campione, senza distinzioni tra uomini e donne.

Ai ventenni piacciono di più la scienza e lo sport, mentre ai trentenni interessano soprattutto le notizie di cronaca locale. Gli uomini si dimostrano più attenti delle donne alle questioni nazionali (70 per cento contro 63 per cento), mentre il 97 per cento dei lettori di entrambi i sessi danno largo peso alle rubriche di opinione, come gli editoriali, gli articoli di fondo e le lettere alla redazione. In linea di massima, comunque, le notizie vengono lette in successione, dalla prima all’ultima. Anche se molti dei soggetti ha dichiarato di aver scelto una notizia piuttosto che un’altra perché il titolo o il sommario “sembravano interessanti”.

Infine, c’è un altro mito da sfatare: non è vero che la lettura del quotidiano online risulta più “distratta” o superficiale di quella del quotidiano cartaceo. Le videoregistrazioni hanno dimostrato che l’utente legge gli articoli in maniera sequenziale, senza saltare confusamente da un punto all’altro del testo, e mantenendo alta la soglia di attenzione per oltre i tre quarti della lunghezza dell’articolo. Anche questo è un dato inatteso, visto che il precedente studio condotto sulla carta stampata dimostrava che la soglia d’attenzione del lettore difficilmente si manteneva alta una volta letto il 25 per cento dell’articolo. “Pensiamo che coloro che vanno a cercare attivamente un articolo online, a scopo di approfondimento, siano anche maggiormente motivati a leggerlo”, spiega ancora Lewenstein. E, infatti, molti dei soggetti intervistati hanno portato come motivazione della lettura online il piacere di saperne di più.

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