Categorie: Salute

La prevenzione vien mangiando

Un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea, una vita intellettualmente attiva e una moderata, ma costante, attività fisica sembrano essere in grado di aumentare la nostra barriera di protezione per difenderci dalle più diffuse patologie neurodegenerative. Occhio anche alla pressione arteriosa e al livello del colesterolo, a cominciare dai quarant’anni. I dati emergono da un workshop internazionale di neuroepidemiologia, tenutosi nei giorni scorsi presso il centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice, che ha riunito esperti europei e statunitensi. “Un’alimentazione composta prevalentemente da carboidrati, ricca di fibre e povera di grassi, come la cosiddetta dieta mediterranea, agendo in maniera indiretta sul sistema nervoso, ci rende più immuni da Alzheimer e Parkinson”. Lo sostiene Giancarlo Logroscino, associato di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health di Boston, il quale ritiene che “mantenendo le arterie sane e pulite si permette al parenchima cerebrale di funzionare meglio, rendendolo così anche più resistente alle patologie neurodegenerative”. Alla Harvard School sono in corso specifiche ricerche cliniche per valutare l’efficacia della prevenzione alimentare.Secondo uno studio condotto da Laura Fratiglioni, docente di Epidemiologia geriatrica all’istituto universitario Karolinska di Stoccolma, “un ruolo importante, specialmente nella prevenzione dell’Alzheimer, è da attribuire alla pressione arteriosa: livelli superiori a 160 mmHg (sistolica) e 100 mmHg (diastolica) a 40/45 anni, sono un fattore di rischio concreto”. Fattori di rischio sono pure il fumo e l’ipercolesterolemia. Tuttavia, paradossalmente, “pare che, in età avanzata cioè a dire oltre i 65 anni, livelli di pressione troppo bassi sarebbero ugualmente un fattore di rischio”. La scienziata puntualizza, tuttavia, che “sull’incidenza dell’ipertensione esiste uno studio condotto su 1.800 persone per oltre 16 anni (Kungsholmen Project), mentre per quanto riguarda i rischi derivanti dai valori di pressione troppo bassi in età senile, pur emergendo già le prime evidenze, siamo ancora nella fase della ricerca clinica”.Per le condizioni di disfunzione cronica e progressiva delle funzioni cerebrali che portano al declino delle facoltà cognitive un altro studio condotto all’istituto Karolinska dimostra che una forma di prevenzione può essere mantenere il cervello in attività anche in età avanzata: leggere, partecipare alla vita sociale, avere, dunque, un ruolo attivo ed integrato, aiuterebbe ad assicurarci una buona funzionalità cerebrale da vecchi. “Anche il fisico”, dice Fratiglioni, “deve continuare a muoversi: è sufficiente il giardinaggio o andare a fare la spesa”.Al centro della discussione anche la questione fumo: “Le persone che provano soddisfazione nell’inalare il fumo”, ha spiegato Walter Rocca neuroepidemiologo della Mayo Foundation di Rochester, “corrono meno rischi di ammalarsi di Parkinson non per l’effetto benefico della sigaretta bensì, molto probabilmente, perché chi ha una struttura cerebrale che trae piacere dalla nicotina non ha una predisposizione a sviluppare questa patologia neurodegenerativa. Quindi, attenzione: se un soggetto è un fumatore, tra i tanti rischi che corre, pare abbia questo vantaggio; ma se un soggetto non ha mai fumato, perché non prova alcun piacere fumando, se comincia ad accendersi la sigaretta non diminuirà il rischio di ammalarsi di Parkinson”. “Anche i bevitori di caffè e alcolici sembrano godere della stessa protezione”, aggiunge Giovanni Savettieri dell’Università di Palermo, “ma la regola è la stessa del fumo: fumatori, bevitori di caffè e alcolici, corrono meno rischi non per gli effetti benefici di nicotina, caffeina, alcol, ma perché, evidentemente la struttura di un cervello che riesce ad appagarsi con queste sostanze è più resistente alla neurodegenerazione”. Pertanto, se un fumatore smette di fumare – siccome la struttura cerebrale non cambia con l’assenza di nicotina – continua ad avere una protezione contro il Parkinson.

Gianfranco Criscenti

Nato a Palermo nel 1963, giornalista, con la passione per le Scienze, collabora - come cronista - con l'agenzia Ansa ed il Giornale di Sicilia. Da anni segue le attività delle Scuole internazionali della Fondazione e Centro di cultura scientifica ''Ettore Majorana'' di Erice.

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