La scienza che fa tendenza

Sa ciò che vuole e si rivolge alla saggistica scientifica in cerca di risposte chiare, precise, brevi ma complete. E’ l’identikit del lettore-tipo come emerge dai pareri di alcuni editori di settore, che Galileo ha sentito in occasione della Fiera del Libro, a Torino dal 12 al 16 maggio. Un quadro che sembra confortato anche dalle tirature: dal 1995 la saggistica a carattere scientifico – secondo le rilevazioni dell’Editrice bibliografica – ha subito un’inversione di tendenza, arrivando in certi casi a tirature superiori a quelle della narrativa. “Si potrebbe dire – spiega Sante Di Renzo, fondatore della casa editrice che porta il suo nome – che la high-science, il libro di scienza pura, fa da contrappeso alla massificazione dell’editoria: il lettore cerca la specificità e la puntualità nel testo di scienza”. Della stessa opinione è Pietro Greco, giornalista scientifico de “L’Unità” e responsabile della collana “Scientificamente” di Avverbi. La collana, spiega Greco, si rivolge a un pubblico autoselezionato, ossia di cultura medio-alta e con un’attitudine già formata per la scienza. Anche un altro editore scientifico, Raffaello Cortina, è sulla stessa linea: “la nostra tradizione editoriale è all’impronta di quella della saggistica d’autore di stampo anglosassone: opere di esperti e specialisti di ogni singolo campo, non la banale divulgazione”. Dunque il lettore interessato alla scienza è tendenzialmente già formato o in via di formazione, come può esserlo un professore o uno studente universitario. E non sa cosa farsene delle chiacchiere e delle mode. Un esempio illuminante è “La realtà virtuale”, opera del fisico Ignazio Licata: un testo non facile e nemmeno troppo pubblicizzato, ma già esaurito. “Quando ho inaugurato la collana Dialoghi – continua Di Renzo – ero convinto che il lettore volesse un approccio facile alla scienza. Poi mi sono reso conto che hanno venduto di più proprio i libri meno facili. Questo dimostra che il lettore è di per sé informato e attento alle novità del mercato”. La tiratura media di un libro di scienza è di 4.000-6.000 copie, contro le 1.000 copie per un autore esordiente della narrativa. E’ anche vero che il rapporto è assolutamente capovolto nel caso dei best-sellers: un successo della narrativa può arrivare a vendere anche un milione di copie, mentre quello scientifico si aggira intorno alle 10.000 copie. Ma più in generale, dal 1995, la narrativa ha cominciato a vendere il 3,4 per cento in meno e si è abbassato il numero delle copie in prima tiratura (-5,9 per cento), mentre la saggistica ha guadagnato il 5,9 per cento sulle vendite e il 2,3 sulla tiratura. Sono cifre da settore in chiara espansione. “Se c’è un futuro per l’editoria – commenta Piero Bianucci, direttore di Tuttoscienze, il supplemento scientifico della Stampa – credo che questo sia proprio nell’editoria scientifica, specialmente quella divulgativa. E’ un campo fecondissimo che, stando ai dati in mio possesso, mostra di essere in continua crescita. Del resto, da parte del pubblico c’è una grande sete di informazione (basta ricordare il caso Di Bella). E questo accade anche perché in Italia è mancata finora una vera cultura scientifica”. La crescita di questo settore è fisiologica anche per Pietro Greco: “La cultura scientifica italiana si è sempre mantenuta ad un livello piuttosto basso, e ha cominciato a muoversi in ritardo. Il campo della saggistica scientifica è in crescita perché fino ad oggi l’unico mezzo di informazione era quello fornito dai mass media, di bassa qualità, incapace di soddisfare il lettore in cerca di risposte complete”. Quali tipologie di lettore interessato alla scienza si possono allora delineare? “Un’area specialistica, presente ma molto limitata, e un’area più ampia che si nutre dell’informazione soprattutto giornalistica e divulgativa”, risponde Franco Prattico, giornalista scientifico di Repubblica. Ed è proprio questa seconda area quella su cui si possono fare delle previsioni di ampliamento del mercato. Analisi condivisa da Raimondo Coga, fondatore e titolare della Dedalo edizioni, che a fianco di una collana specialistica ha inaugurato una linea editoriale divulgativa “per un pubblico di giovani, di media cultura. Da loro ci aspettiamo le migliori vendite”. E infatti, per quanto riguarda la crescita della saggistica a carattere scientifico – spiega ancora Prattico – bisogna considerare che le classi di nuovi lettori sono formate principalmente da giovani. Siamo in un epoca di grandi interrogativi esistenziali, e forse la scienza offre risposte più immediate e sicure. C’è poi chi, nelle sue proposte editoriali, cerca di creare territori di confronto tra scienze umanistiche e scienza vera e propria , o di adottare la narrativa per divulgare la scienza. E’ il caso di “Alice nel paese dei quanti” di Richard Gilmore che – come spiega Raffaello Cortina – “è un esempio di fiction scientifica, dove si unisce la metafora letteraria di Lewis Carroll alla spiegazione della scienza dei quanti”. Sempre dello stesso autore uscirà a breve “Il quanto di Natale”, mix tra “Il canto di Natale” di Charles Dickens e la fisica dei quanti. Un espediente per conquistare lettori? “Non cerchiamo il best-seller scientifico né lo scoop editoriale”, commenta Cortina. Martin Rees, per esempio, nel suo “Prima dell’inizio” ha rifiutato di mettere nel titolo la parola “Dio”, pur sapendo che questo avrebbe fatto vendere due volte di più. Ma molta della vendibilità del prodotto dipende dai mass media. Conclude infatti Cortina: “Un personaggio come Margherita Hack, di cui pubblicheremo un libro in autunno, venderà sicuramente molto perché può contare su una buona pubblicità, come quella assicuratagli dai giornali”.

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