I sistemi di soccorso per le vittime delle valanghe devono diventare molto più efficienti. Ad affermarlo è Blyth Wright, collaboratore dello Scottish Avalanche Information Service, dalle colonne di New Scientist. L’ultima terribile stagione di sangue sulle nevi alpine ha reso ancora più urgente la necessità di migliorare gli strumenti di segnalazione attualmente a disposizione degli sciatori. Le satistiche mostrano che i diciotto minuti impiegati da soccorritori professionisti per localizzare i corpi sepolti dalla neve sono troppi, e sufficienti a salvare solo metà delle vittime della valanga. Quando gli aiuti provengono da personale non specializzato la situazione diviene ancora più grave: solo il 32 per cento degli sciatori si salva. Secondo New Scientist apparecchiature più sofisticate, in grado di dare le coordinate esatte del luogo della catastrofe, sarebbero già disponibili sul mercato. (f.s.)
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