Categorie: Spazio

La Terra vista dallo Spazio, di notte

Dopo le Blue Marble, le cosiddette biglie blu, ovvero le fotografie della Terra illuminata dal Sole in alta risoluzione divenute famose con l’Apollo 17, la Nasa ha rilasciato ieri le Black Marble, le biglie nere, quelle cioè che ritraggono il nostro pianeta di notte, illuminato dalle luci artificiali e da fenomeni naturali luminosi. Ricostruite grazie ai dati acquisiti dal satellite Suomi Npp, una collaborazione tra l’agenzia spaziale statunitense e il National oceanic and atmospheric administration (Noaa), lanciato lo scorso anno. A permettere le acquisizioni delle immagini un particolare strumento montato a bordo del satellite, il Visible Infrared Imaging Radiometer Suite (Viirs), così sensibile da catturare anche la luce rilasciata da una singola imbarcazione nell’oceano e i bagliori notturni prodotti dall’atmosfera. Con o senza Luna, scrivono dalla Nasa.

Tra tutti gli scatti presentati durante il meeting dell’ American Geophysical Union di San Francisco spicca in modo particolare quella dell’intero globo, non una singola fotografia ma una mappa composta a partire da un enorme quantità di dati acquisiti da Suomi Npp tra aprile e ottobre di questo anno. Ma non ci sono solo le immagini della Terra vista in condizioni ideali, senza nuvole, tra quelle pubblicate dalla Nasa. Nell’intera collezione di notturni dell’agenzia spaziale ci sono infatti anche l’uragano Sandy e le aurore. Per permettere in questo modo agli scienziati di utilizzare sì i dati acquisiti dal satellite per analizzare l’attività umana, ma soprattutto di studiare i fenomeni naturali. Perché, come ha affermato Steve Miller del Colorado state university cooperative institute for research in the atmosphere del Noaa: “Abbiamo bisogno di osservare la Terra di notte per tutte le ragioni per cui lo facciamo di giorno. Il nostro pianeta, proprio come gli esseri umani, non dorme mai”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Nasa Earth Observatory/Noaa Ngdc

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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