La vita potrebbe non essere nata sulla Terra, ma arrivata dallo spazio con meteoriti o comete. A supportare questa affascinante ipotesi è la scoperta di un team di ricercatori dell’Università di Napoli Federico II, in collaborazione con l’Istituto Geomare – Sud del Cnr di Napoli, presentata oggi a Roma. Grazie a una serie di analisi su diversi campioni di rocce e meteoriti risalenti a miliardi di anni fa, gli scienziati hanno individuato dei minuscoli microbi vitali, chiamati cristallomicrobi o “cryms”, di dimensioni prossime al millesimo di millimetro o anche inferiori. Si tratta di batteri “estremofili”, cioè particolarmente resistenti alle più ostili condizioni ambientali, anche a temperature dell’ordine del migliaio di gradi o a pressioni pari a migliaia di atmosfere. Una volta estratti dalle matrici rocciose in cui si trovavano, i microrganismi sono stati in grado di riacquistare la mobilità e la capacità di riprodursi. Questo, secondo Bruno D’Argenio e Giuseppe Geraci dell’Università Federico II, testimonierebbe che la vita non è nata sulla Terra. Non si tratta, però, delle sole tracce di vita extraterrestre individuate nei meteoriti. Già l’anno scorso, per esempio, furono rinvenuti batteri simili in un meteorite caduto in Australia nel 1969. Analoghe formazioni fossili sono state ipotizzate anche per un cristallo di meteorite di origine marziana trovato in Antartide nel 1984, considerato la traccia di vita più antica mai registrata: è vecchio 3,9 miliardi di anni, risale cioè a quando la Terra era ancora neonata e priva di forme di vita. (r.p.)
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